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Ciocchetti: “Il centro ha fallito, spazio ai conservatori”

Intervista all'ex parlamentare Udc: "Abbiamo aderito all'appello che Meloni ha fatto ai moderati per allargare il perimetro di Fdi. Qui ci sono anche anime popolari e liberali"

Pubblicato:10-05-2022 19:07
Ultimo aggiornamento:10-05-2022 19:07

luciano ciocchetti
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ROMA – Lo spazio “vincente” è quello dei conservatori. Ne è convinto Luciano Ciocchetti, un passato di lunga militanza tra le file centriste e una esperienza consolidata nel campo della politica a livello nazionale e amministrativo. Dal 2018, l’ex parlamentare, figura di spicco ai tempi d’oro dell’Udc, ed ex vicepresidente e assessore nel Lazio, ha creduto nel progetto di Fratelli d’Italia, convinto che il partito di Giorgia Meloni rappresenti la continuità dei valori in cui ha sempre creduto. Ieri Ciocchetti a Roma, all’Auditorium della Conciliazione, ha lanciato una Convention con consiglieri regionali, comunali, sindaci e militanti Fdi per proseguire la riflessione sui temi della Conferenza programmatica del partito tenutasi a Milano e pensare in prospettiva alle future sfide elettorali.

Intervistato dall’Agenzia Dire spiega il percorso che dalla Dc, passando attraverso l’Udc e Forza Italia, lo ha portato a Fratelli d’Italia. “La scelta è avvenuta già da tempo – racconta Ciocchetti – Abbiamo aderito all’appello che nel 2018 Giorgia Meloni fece alla festa di Atreju ai moderati per allargare il perimetro di Fratelli d’Italia. Fdi sta avendo anche una correzione ‘di rotta’, va verso la costruzione del Partito dei conservatori italiani e già da tempo in Europa con Raffaele Fitto, con cui collaboro fino dal 2018, abbiamo scelto di fare questo percorso che ha portato a far aderire Fdi in Europa al Partito dei conservatori di cui Giorgia Meloni è diventata presidente”.

– Siete l’anima moderata dentro Fratelli d’Italia, quindi?


“C’è un percorso di allargamento che oltre alla destra politica rappresenta anche anime popolari e liberali. Non a caso oggi Fdi nei sondaggi viene data al 22%… Non credo che possa essere solo un voto degli elettori di destra, della destra storica italiana, c’è chiaramente un riconoscimento molto più ampio e quindi ciascuno di noi rappresenta anche quello che ha sempre rappresentato nella sua storia. Rappresentiamo anche l’anima moderata all’interno di questo nuovo contenitore”.

– Un contenitore lontano dal ‘sovranismo’?

“Di questo termine, sovranismo, si dà una definizione sempre troppo tranchant. Sovranismo significa difendere anche la Patria, la bandiera, significa difendere dei valori che comunque in questo momento, con la guerra scatenata dalla Russia, noi stiamo difendendo stando a fianco di un Paese sovrano, l’Ucraina. Mi pare quindi che l’Europa possa esistere, debba esistere, ma debba anche rispettare il territorio della Nazione, con le identità, i valori, la cultura. Sovranismo lo vedo in un senso positivo”.

Quali sono i valori di Fratelli d’Italia che hanno convinto a lasciare l’area di centro?

“Intanto la scelta del Partito dei conservatori e riformisti europei (Ecr) è stata una scelta che ha cambiato la prospettiva in cui si vedeva la destra italiana vicino alla destra della Le Pen in Francia. Ha voluto dire entrare in una famiglia europea che comunque l’Europa la vuole cambiare, perché anche i fatti di questi giorni dimostrano che l’Europa va cambiata profondamente, ma che è profondamente europeista. Poi ci sono alcuni valori fondamentali comuni: il tema della famiglia, della famiglia naturale, dell’aiuto alla natalità, la difesa delle imprese, aiutare chi crea occupazione, chi crea sviluppo. E poi il tema di dover assicurare quelle libertà che nel nostro Paese ogni tanto hanno difficoltà. Ci sono temi corrispondenti anche alle nostre posizioni”.

– Un Polo di Centro non ha più senso ormai?

“Noi ci abbiamo provato per più di venti anni. Io ci ho provato dal 1994 al 2018 insieme a tanti altri, persone che poi si sono perse. Perché chi è andato a sinistra, come Pier Ferdinando Casini, ha liquidato l’esperienza dell’Unione di centro, anche tradendo tutte le cose che erano state dette dal 1994 in poi. Ci abbiamo provato poi con Raffaele Fitto con ‘Direzione Italia’, con ‘Noi con l’Italia’, ma i risultati sono stati insufficienti per poter essere rappresentati anche in Parlamento e quindi abbiamo ritenuto che bisognava non più dividere l’atomo ma aggregare, portare anche la nostra cultura politica all’interno di un movimento. Quando siamo entrati in Fdi nei sondaggi veniva data al 3%. C’erano state le elezioni europee dove aveva preso circa il 6 per cento, adesso veleggia per essere il primo partito italiano. Credo che abbiamo dato un contributo importante verso il Partito dei conservatori”.

– Luciano Ciocchetti si candiderà in vista dei prossimi appuntamenti elettorali?

“Io sono a disposizione come sempre del partito e di quello che decideranno Giorgia Meloni e i vertici del centrodestra. Sono a disposizione come sempre per dare una mano in qualsiasi ruolo. Una settimana fa c’è stata una grande Conferenza programmatica a Milano a cui hanno partecipato non solo gli esponenti di Fratelli Italia ma circa 200 persone non provenienti da Fdi, intellettuali ed esponenti della società civile che hanno contribuito a costruire una proposta programmatica per il prossimo Governo del Paese. Quindi ho ritenuto opportuno, visto che non tutti sono riusciti a essere presenti a Milano, fare l’incontro di ieri a Roma in cui abbiamo riaperto una riflessione sulle tesi emerse a Milano. Poi, chiaramente, visto che fra dieci mesi si voterà per le elezioni politiche e le elezioni regionali del Lazio, abbiamo di fatto cominciato la campagna elettorale, ma le persone che si candideranno lo vedremo successivamente. Io sono pronto a mettere a disposizione la mia esperienza non per un ruolo definito ma per quello che sarà necessario e utile”.

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