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Governo, si tratta: Di Maio premier, Giorgetti vice e Salvini interno

Proseguono le trattative tra M5s e Lega. Domani la decisione del capo dello Stato

Pubblicato:10-05-2018 11:52
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:52

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ROMA – Per i leader del M5S e della Lega è la partita della vita. Non possono sbagliare. Per questo la trattativa sarà dura ma, a quanto apprende la Dire, i rapporti tra Di Maio e Salvini sono buoni e i due si intendono bene. Il premier non potrà essere una figura terza perché in quel momento la figura del Presidente del Consiglio non conterebbe nulla essendo altri i veri uomini forti. Per questo Di Maio è in pole position, toccherebbe a lui perché rappresenta il primo partito italiano. Soltanto Di Maio premier potrebbe tranquillizzare il variegato mondo dei ‘grillini’ popolato da tanti che mal sopportano l’allenza con i leghisti nata per giunta grazie all’astensione di Silvio Berlusconi.

Per quanto riguarda la figura del suo vice, non può essere Salvini perché dal secondo dopo la nascita del Governo sarebbe etichettato sempre come numero 2. Ma ci sarà la staffetta tra i due, scrivono alcuni quotidiani. Ipotesi da scartare, non solo perché sapendo che ci sarà una staffetta il governo sarebbe ‘zoppo’ (chi comanda in questo momento? E domani?) ma anche perché la storia insegna che quando arriva il tempo del passaggio c’è sempre qualche problema sul momento preciso; senza contare che arrivato il momento quello potrebbe sempre portare ad una crisi di governo con il rischio di voto anticipato invece del turn over del premier.

Per questo una figura forte della Lega come Giancarlo Giorgetti potrebbe essere un valido vice accompagnato anche da una responsabilità forte come ministro dell’Economia. Matteo Salvini, sotto i riflettori dei media per le sue campagne per la sicurezza dei cittadini e del controllo degli immigrati, sarebbe un valido ministro dell’Interno: a capo delle forze dell’ordine e dei rappresentanti del governo nei capoluoghi. Non solo, tocca al ministro dell’Interno controllare tutte le pratiche che portano alle elezioni (non si sa mai) una posizione che è sempre stata considerata privilegiata.


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