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I 5 stelle, Berlusconi e il teorema Violante: “Noi non faremo così”

Era il 28 febbraio del 2002: Violante in aula parlò di 'garanzie' date a Berlusconi dal centrosinistra sulle sue aziende

Pubblicato:10-05-2018 04:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:52

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ROMA – Per il Movimento Cinque Stelle è un cult. Quello in cui Luciano Violante, all’epoca capogruppo dei Democratici di sinistra alla Camera, ricordava a Silvio Berlusconi che il centrosinistra fin dal 1994 aveva dato ampie garanzie di non toccare le aziende che facevano capo al leader di Forza Italia. Quelle parole, pronunciate da Violante il 28 febbraio del 2002, sono state citate come la prova provata dell’inciucio tra centrosinistra e centrodestra. Così almeno le hanno sempre lette i pentastellati nei siti di area del Movimento. A cominciare dal blog, che ne fece il motivo principale della ostilità dei confronti dello stesso Violante.

“L’onorevole Berlusconi sa per certo che gli è stata data la garanzia piena, non adesso, ma nel 1994, che non sarebbero state toccate le televisioni quando ci fu il cambio di governo e lo sa lui e l’onorevole Letta”, disse allora Violante in aula a Montecitorio. E aggiunse, rivolto ai banchi di Forza Italia: “La questione qui è un’altra: voi ci avete accusato di regime, nonostante non avessimo fatto il conflitto di interessi, avessimo dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni, nonostante il fatturato di Mediaset fosse aumentato durante il centrosinistra di 25 volte”.

Anche i Cinque Stelle hanno dato queste garanzie a Silvio Berlusconi? Su queste basi si è sbloccata la trattativa, come si vocifera a Montecitorio? “Ma non scherziamo neppure“, taglia corto Stefano Buffagni. Noi siamo quelli di sempre. Con Berlusconi non trattiamo, anche se diciamo che non ci sono veti sulla persona. Ma il governo noi lo facciamo con la Lega”, risponde l’ex consigliere regionale del M5s in Lombardia, ora parlamentare molto vicino a Luigi Di Maio. Stefano Buffagni allarga il quadro.


“Di contenuti- assicura- non abbiamo ancora neppure cominciato a parlare. Vedo un entusiasmo che gira, vedo che sono contenti quelli di Forza Italia e deduco che magari hanno fatto qualcosa, ma io sono come San Tommaso, se non vedo non credo“. Buffagni consiglia ai cronisti di diffidare dall’abbinare “lo spostamento di Berlusconi” con la formazione automatica del governo. “Si stanno facendo già i film perché tutti ragionano come ragionano gli altri. Noi siamo il Movimento 5 Stelle, questo è un passaggio che si dimenticano tutti. Se Berlusconi fa il passo di lato, si può parlare di temi come abbiamo sempre chiesto di fare. Si può aprire il confronto con Salvini, un confronto che non è detto giunga a buon fine. Sul contratto alla tedesca non abbiamo cambiato linea”. Eppure in Parlamento timidi abboccamenti tra i due gruppi, M5s e Fi, si sono registrati anche oggi. A metà pomeriggio Sestino Giacomoni, fidato collaboratore di Berlusconi da 20 e più anni, ha avuto un lungo confronto in Transatlantico con i deputati M5s Emilio Carelli e Vincenzo Spadafora, considerati tra i più stretti collaboratori del leader M5s.

https://youtu.be/zWJA3E04Ji8

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