NEWS:

Nel 2017 oltre 43mila migranti hanno attraversato il Mediterraneo

Da inizio anno una persona su 35 è morta durante il viaggio in mare fra la Libia e l'Italia. I dati dell'Unhcr

Pubblicato:10-05-2017 16:16
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:12

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Abbiamo verificato che, da venerdì scorso, oltre 6.000 persone hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere l’Italia, portando il totale di quest’anno a oltre 43.000. Questi arrivi massicci, e il fatto che più di 1.150 persone abbiano perso la vita nel 2017 nel tentativo di raggiungere l’Europa, dimostrano come il salvataggio in mare sia ora più cruciale che mai”. Ecco le parole dell’Alto Commissario Onu per i Rifugiati (UNHCR), Filippo Grandi, a proposito degli ultimi dati riguardanti la rotta del Mediterraneo centrale, di gran lunga la più utilizzata da richiedenti asilo e migranti per raggiungere l’Europa.

“È anche la più letale- dichiara Grandi- considerato che da inizio anno una persona su 35 è morta durante il viaggio in mare fra la Libia e l’Italia. Un destino toccato a 75 persone solo negli ultimi quattro giorni”.

“CAPIRE PERCHE’ I MIGRANTI PARTONO”

Riguardo i possibili rimedi per porre fine – o comunque limitare – questa tragedia, il commissario aggiunge: “E’ necessario affrontare le motivazioni alla base delle migrazioni, e allo stesso modo offrire alternative sicure a queste pericolose traversate e alle persone che hanno bisogno di protezione internazionale. Inclusi modi accessibili e sicuri per raggiungere l’Europa, come riunificazioni familiari, ricollocamenti e reinsediamenti. Bisogna intervenire prima che le persone vengano catturate ed esposte a terribili abusi da parte dei trafficanti in Libia e in altri Paesi di transito, e prima che essi si imbarchino per attraversare il Mediterraneo”.


L’INFOGRAFICA

All’appello di Grandi si aggiunge anche quello di Federico Soda, direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), che sottolinea l’importanza del lavoro svolto in quella fascia di mare dalle Organizzazioni non governative (Ong), finite recentemente al centro delle polemiche per i loro presunti contatti con i trafficanti di uomini. “La realtà è che il grande impegno profuso da tutti i soccorritori in mare, incluso il grande lavoro operato dalle Ong nell’ultimo anno, ha permesso di salvare migliaia di vite”.

Per Soda, quindi, la presenza di navi nel Mediterraneo non rappresenta un fattore di attrazione. “Ci ricordiamo bene- aggiunge- come l’operazione Mare Nostrum, guidata dalla Marina Militare italiana da fine 2013 a fine 2014, fosse stata accusata di rappresentare un ‘pull factor’. Ma quando l’operazione terminò, e non fu sostituita da nessuna specifica missione di soccorso, registrammo in realtà un aumento del numero di partenze dalla Libia. E purtroppo anche un aumento di morti in mare”.

Sempre secondo il comunicato dell’OIM, “nel corso del solo 2016, quando un totale di 181.436 migranti è stato soccorso in mare, le Ong hanno salvato 46.796 migranti, la Marina Militare 36.084, la Guardia Costiera (incluse le navi finanziate da Frontex) 35.875, EunavforMed 22.885, le navi Frontex (escluse le navi italiane) 13.616, i mercantili 13.888 e le varie unità militari estere presenti nell’area 7.404″.

L’OIM “non è a conoscenza di nessuna collusione tra trafficanti e membri degli equipaggi delle Ong, e riteniamo che serva a poco alimentare una percezione che metta sullo stesso piano- conclude il comunicato- organizzazioni criminali con organizzazioni non-profit impegnate nel salvare vite in mare”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it