
REGGIO CALABRIA – C’e’ un arresto riconducibile all’esplosione di un’autobomba ieri a Limabdi, nel Vibonese, in cui e’ morto Matteo Vinci. I Carabinieri hanno fermato Domenico Di Grillo con l’accusa di detenzione abusiva di un fucile e di munizioni. Di Grillo e’ il marito di Rosaria Mancuso, sorella di Giuseppe, Francesco, Diego e Pantaleone, ritenuti dagli inquirenti i capi di una cosca di ‘ndrangheta operante nel territorio Vibonese. Sull’esplosione stanno indagando la Direzione antimafia di Catanzaro e la procura della Repubblica di Vibo Valentia. Dagli accertamenti tecnici dell’Arma per verificare le dinamiche dell’esplosione e’ emerso che l’ordigno, ad alto potenziale esplosivo, era stato collocato sotto l’automobile dell’uomo, una Ford Fiesta, e che, pare, sia stato innescato a distanza con un radiocomando.
La tecnica utilizzata non esclude il coinvolgimento della criminalita’ organizzata locale anche per via dei trascorsi del 42enne Matteo Vinci e di suo padre 70enne Francesco che era con lui nell’auto e che e’ rimasto gravemente ferito: attualmente e’ ricoverato presso l’ospedale di Vibo con prognosi riservata. Matteo Vinci era un ex rappresentante di medicinali e gia’ candidato consigliere alle ultime elezioni comunali nella lista civica “Limbadi libera e democratica”. Al vaglio resta la possibilita’ di un collegamento tra l’uccisione di Matteo Vinci ed una lite, risalente al 2014, per motivi d’interesse con Rosaria Mancuso e lo stesso Domenico Di Grillo.

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