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A Roma il primo registro per lobby. La proposta degli universitari

A proporlo i ragazzi di Cultura democratica, il primo think tank in Italia composto interamente da giovani provenienti da molte università del Paese

Pubblicato:10-04-2015 15:51
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:15

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ROMA – Potrebbe essere Roma la prima Capitale europea a dotarsi di un registro pubblico delle Lobby. A proporlo – durante un evento in Campidoglio – all’assessore alla Legalità e Trasparenza di Roma Capitale, Alfonso Sabella e alla presidente d’Aula, Valeria Baglio, i ragazzi di Cultura democratica, il primo think tank in Italia composto interamente da giovani provenienti da molte università del Paese. La proposta di delibera, che ha come obiettivo quello di garantire “la trasparenza e la tutela dell’interesse collettivo”, stabilisce diritti e doveri dei cosiddetti ‘lobbisti’, mediante, appunto, l’istituzione del registro pubblico degli interessi particolari. A questo registro i rappresentanti di interessi particolari dovranno obbligatoriamente iscriversi, comunicando dati, movimenti e rapporti con la pubblica amministrazione (in questo caso il Comune di Roma).

Il ‘decisore pubblico’, a sua volta, sarà obbligato a rapportarsi solo con quei ‘portatori di interessi particolari’ (lobby) iscritti al registro, pena sanzioni tra cui: richiamo formale e pubblicazione di tale richiamo su almeno due quotidiani nazionali di cui uno economico.

“Questo strumento- spiega un portavoce di Cultura democratica- serve a disincentivare la pubblica cultura_democratica_campidoglioamministrazione nel rapportarsi con lobby non iscritte al registro e, quindi, ad operare al di fuori della trasparenza”. Gli stessi rappresentanti di interessi particolari, in caso di illecito, sono sottoposti a sanzioni che vanno dal richiamo formale, alla sospensione dal registro da 1 a 3 anni, fino alla cancellazione definitiva dallo stesso. A stabilire eventuali sanzioni (che poi devono passare per il parere vincolante del sindaco) è un comitato di controllo composto da 5 membri.


La proposta di delibera prevede all’interno del sito di Roma Capitale, l’istituzione del ‘Portale della Trasparenza’, dove verrebbe pubblicato il registro. “La proposta, pur avendo dei limiti, può essere uno spunto su cui bisogna lavorare- ha detto Sabella- Se non possiamo contrastare il lobbying tanto vale regolamentarlo come avviene in altri Paesi”. “È un tavolo che si apre oggi- ha aggiunto la presidente Baglio- approfondiremo, anche con i consiglieri di maggioranza e opposizione che siano interessati per trovare punti di incontro. Da parte assemblea capitolina c’è tutta intenzione di intraprendere questo percorso”.

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