NEWS:

Maxi operazione di salvataggio nello Ionio, in mare tre imbarcazioni con oltre 1000 migranti

Con il coordinamento della Centrale operativa della Guardia costiera di Roma sono state mobilitate cinque motovedette, quattro navi e un aereo di ricognizione

Pubblicato:10-03-2023 19:09
Ultimo aggiornamento:11-03-2023 12:35
Autore:

soccorsi-migranti
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

di Mario Vetere e Alessandra Fabbretti

ROMA – Maxi operazione di soccorso in mare, il giorno dopo il Cdm a Cutro che ha stabilito le nuove norme per il contrasto del traffico di esseri umani. Le motovedette SAR CP 320, CP 322 e CP 329 della Guardia costiera stanno intervenendo, a circa 70 miglia a Sud di Crotone, per prestare soccorso a un barcone con circa 500 migranti a bordo. Altre unità della Guardia costiera – nave Dattilo e le motovedette SAR CP 326 e CP 325 – stanno prestando soccorso ad altri due barconi con un totale di circa 800 migranti a bordo che si trovano, invece, a circa 100 miglia a SE di Roccella Ionica. I soccorsi, coordinati dalla Centrale operativa della Guardia costiera di Roma in area di responsabilità SAR italiana, risultano particolarmente complessi per il numero elevato di persone presenti a bordo delle imbarcazioni alla deriva. Le operazioni proseguiranno nelle prossime ore anche con l’impiego di un aereo ATR 42, di nave Corsi e di nave Visalli della Guardia Costiera.

ALARM PHONE: NELLO JONIO ANCORA NESSUN SALVATAGGIO

I soccorsi però non sono ancora arrivati. “La gente a bordo continua a chiederci aiuto, non è in corso nessuna operazione di salvataggio”. Lo riferiscono all’agenzia Dire fonti interne a Watch the Med -Alarm Phone, attualmente in contatto con 500 dei migranti “su un barcone partito dalla Libia”, e che stamani ha contattato l’organizzazione “dall’area Sar italiana”.


L’organismo che monitora le barche di migranti in difficoltà, raccogliendo anche richieste di soccorso, in una serie di tweet pubblicati intorno alle 10 di stamani scriveva: “Abbiamo allertato le autorità competenti. Non perdete tempo: mandate subito i soccorsi”.

Con il coordinamento della Centrale operativa della Guardia costiera di Roma sono state mobilitate cinque motovedette, quattro navi e un aereo di ricognizione. Secondo le autorità italiane, le persone che al momento rischiano la vita potrebbero però essere quasi il triplo: 1300, di cui 500 a Sud di Crotone e 800 a sud-est di Roccella Jonica.

BERTOTTO (MSF): MAXI OPERAZIONE SALVATAGGIO DIMOSTRA CHE PULL FACTOR NON ESISTE

“Lo scenario è evidente: i flussi di migranti stanno aumentando, come dimostra la maxi operazione in corso a sud di Crotone e Roccella Jonica. Da ciò propongo due considerazioni: l’effetto pull factors di cui alcuni accusano le ong in realtà non esiste, dal momento che lì non era presente neanche una nave privata di ricerca e soccorso. Inoltre, se vogliamo scongiurare incidenti e persino tragedie del calibro di quella di Cutro, è necessaria una ‘Mare Nostrum’ europea“. Così dichiara all’agenzia Dire il direttore programmi di Medici senza frontiere Marco Bertotto, mentre è in corso una operazione di salvataggio nella zona SAR italiana, dove sono in difficoltà diversi barconi di migranti per un totale di circa 1.300 persone secondo le autorità italiane. Con il coordinamento della Centrale operativa della Guardia costiera di Roma, sono state mobilitate cinque motovedette, le navi Diciotti, Corsi e Visalli e un aereo ATR 42. Data la complessità delle operazioni, il ministero della Difesa ha inviato anche la Nave Sirio.

Bertotto sostiene che “non solo il pull factors, cioè i fattori di attrazione, non esiste, ma al contrario è evidente che prevalgono i ‘push factors’, i fattori di spinta che portano queste persone a scegliere di raggiungere l’Europa attraverso modi così pericolosi. In assenza di meccanismi legali e sicuri per trasferirsi nei nostri Paesi quindi bisogna continuare ad aspettarsi partenze via mare”.

Ecco perché secondo Bertotto “è necessario un meccanismo di ricerca e soccorso che preveda la massima collaborazione tra attori pubblici e privati, italiani e internazionali, sotto il coordinamento degli stati costieri come prevede il diritto internazionale. Serve insomma una Mare nostrum europea- dice il responsabile di Msf- con mezzi degli stati membri, che coinvolga quindi non solo l’Italia. Il meccanismo Mare nostrum” attivato dal governo Renzi nel 2013 “è stato il solo con queste caratteristiche, e dobbiamo ripristinarlo. In assenza di politiche migratorie che consentano un accesso legale, è indispensabile ridurre la mortalità in mare, evitando tragedie come quella di Cutro” del 26 febbraio scorso, di cui oggi è stata rinvenuta la 76a vittima, delle decine di profughi a bordo del caicco affondato a largo delle coste calabresi.

OCCHIUTO: 1.300 IN MARE E SOCCORSI COMPLICATI, SONO PREOCCUPATO

Sono preoccupato perché ci sono circa 1.300 migranti che secondo Frontex possono avere dei problemi in navigazione e mi dicono che i soccorsi sono piuttosto complicati. Il tema ormai non è soltanto dell’accoglienza, ma del soccorso in mare”, dichiara il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, sui possibili nuovi arrivi di migranti nei porti calabresi e sulle operazioni di salvataggio a largo delle coste regionali.

“Ho proposto, e spero che qualcuno mi ascolti – aggiunge -, che l’Europa debba pensare a strutture europee per fare i soccorsi. Anni fa c’era in Italia il programma ‘Mare Nostrum’, fu molto contrastato perché era un programma nazionale e si disse che era lo Stato che faceva da taxi per fare arrivare i migranti. Però se si facesse un Mare Nostrum a livello europeo, e l’Europa con navi con battenti bandiera europea salvasse i migranti e si occupasse di ricollocarli già quando sono sulle navi nei diversi Paesi d’Europa – conclude -, in un colpo solo riusciremmo a salvare tante vite e a dare una risposta alla necessità che sia l’Europa ad occuparsi dei collocamenti”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it