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Comunali Palermo, il ‘no’ di Miceli: “Troppe divisioni, per questo non mi candido”

Il presidente dell'Ordine nazionale degli architetti spiega i motivi della rinuncia alla candidatura a sindaco proposta dal centrosinistra

Pubblicato:10-03-2022 16:55
Ultimo aggiornamento:10-03-2022 16:55

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PALERMO – Franco Miceli rinuncia alla candidatura a sindaco di Palermo. Lo ha reso noto lo stesso presidente dell’Ordine nazionale degli architetti in un comunicato. “Pur essendo onorato dalla proposta, e ringraziando per la fiducia e la stima riposta nella mia persona, rimane fermo il mio intendimento di proseguire con impegno il ruolo che ricopro attualmente – dice -. Continuerò a dedicarmi, come sto facendo con grande impegno, alla comunità degli architetti italiani”.

“TROPPE DIVISIONI, PER QUESTO NON MI CANDIDO”

“Non sono andato con il cappello in mano da nessuno a chiedere la candidatura. Non era in nessun modo nei miei intendimenti. L’amore per la mia città mi ha portato a valutare la proposta che mi veniva offerta. Ma per fare delle scelte era necessario stabilire alcune condizioni primarie. La condizione prioritaria è la massima unità dello schieramento progressista in grado di costruire un rapporto forte tra politica e società. Questa condizione non si è manifestata, al contrario, registro la presenza di troppi conflitti ed il permanere di tante posizioni autoreferenziali”. Così il presidente nazionale dell’Ordine degli architetti, Francesco Miceli, spiega i motivi alla base del suo ‘no’ alla candidatura a sindaco di Palermo che gli era stata proposta da uno schieramento di centrosinistra.

“Ne prendo atto – continua -. Pertanto, non ritengo esistano le condizioni favorevoli per mettere in campo il potenziale di cui c’è bisogno e viceversa noto tanta disattenzione nei confronti del destino della nostra città”. Miceli aggiunge: “Chi mi conosce sa bene che non mi sono mai sottratto ad impegni complessi e di responsabilità, ma ritengo che un impegno così grande, necessario per affrontare gli enormi problemi irrisolti della città, abbia bisogno di una grande partecipazione collettiva, sia da parte della politica, sia da parte dell’intera città, altrimenti ogni sforzo risulterebbe vano. La mia impressione è che la città attenda l’avvio di una nuova fase, ne ha un grande bisogno, per uscire dalle secche in cui si trova, ed è disposta ad ascoltare soltanto chi dimostra di essere in grado di proporre un progetto credibile in sintonia con il comune sentire”.


Il presidente dell’Ordine nazionale degli architetti sottolinea poi che “si chiude una lunga fase della vita di Palermo e c’è bisogno di dare certezze ed indicare un nuovo corso”. E ancora: “Credo che attorno a questa semplice constatazione è possibile avere il massimo di comprensione e partecipazione dei cittadini di Palermo. Altrettanto non posso dire sul ruolo della politica, che rimane attardata entro schemi politici non adeguati ad interpretare il bisogno di cambiamento ed a fornire le soluzioni migliori per il governo della città in sintonia con le aspirazioni che da essa provengono”.

Miceli quindi conclude: “Importare a Palermo schemi che sono frutto degli equilibri della politica nazionale sarebbe un errore tragico, poiché la nostra città è sempre stata attenta ad interpretare un ruolo originale, spesso in controtendenza con quanto avveniva altrove, e quando si è appiattita alle logiche esterne ha subito gravi conseguenze e processi di vero e proprio decadimento. Questa originalità è un patrimonio da non disperdere che va reinterpretato, recuperando il meglio dell’esperienza che ha contraddistinto la storia degli ultimi 30 anni di Palermo. Questa storia merita rispetto e soprattutto richiede un approccio alla città interpretando l’animo più profondo delle diverse articolazioni della sua vita sociale”. 

GLI INTERESSI DELLA CITTÀ NON SONO AL CENTRO DELL’AGENDA POLITICA

“Non mi trovo a mio agio con i ‘tatticismi esasperati’ della politica che sono lontani anni luce dalle mie corde. La città di Palermo deve affrontare grandi problemi e guardare al suo futuro. Con grande rammarico constato che l’interesse vero della città non è al centro dell’agenda politica”. Questo un passaggio del lungo comunicato con cui l’architetto Francesco Miceli annuncia l’intenzione di rinunciare alla candidatura a sindaco del capoluogo siciliano.

“Palermo non può essere merce di scambio per appetiti personali presenti e futuri, né può essere il campo di gioco per soddisfare la bramosia di partecipazione dei candidati di bandiera per future collocazioni – prosegue -. Così si fa solo danno alla città”. A sostegno di Miceli si erano espressi la segreteria provinciale del Partito democratico e la deputazione nazionale palermitana del Movimento cinque stelle.

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