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Ex Ilva, per il tribunale del Lavoro illegittimo il licenziamento di Cristello

Il dipendente aveva condiviso un post, ritenuto "ingiurioso" dall'azienda, in cui invitava a guardare una fiction su salute e inquinamento

Pubblicato:10-03-2022 14:30
Ultimo aggiornamento:10-03-2022 16:00
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BARI – “Con la sentenza del tribunale di Taranto che definisce illegittimo il licenziamento, si chiude positivamente una vicenda davvero indecente: il licenziamento del dipendente di Acciaierie d’Italia Riccardo Cristello, reo di aver condiviso un post ritenuto “ingiurioso” dall’azienda sulla propria pagina Facebook”. Lo dichiara Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito democratico, in riferimento alla sentenza emessa dal giudice Giovanni De Palma che ha definito illegittimo il licenziamento di Riccardo Cristello da parte di Acciaierie di Italia e dovuto alla condivisione di un post sui social in cui l’operaio invitava a guardare una fiction su salute e inquinamento.

“È un altro successo perché il tribunale del lavoro ha dichiarato la assoluta insussistenza e illegittimità del provvedimento”, spiega l’avvocato Mario Soggia, legale dell’operaio. “Sono contento che Cristello possa tornare al suo posto di lavoro e vedersi riconosciute tutte le mensilità non corrisposte. Ma soprattutto sono lieto che si sia ristabilita l’integrità di un principio intoccabile: la libertà di poter esprimere senza condizionamenti la propria opinione. Un diritto che va tutelato a maggior ragione quando si tratta dei fatti che hanno coinvolto Taranto negli ultimi decenni”, conclude Pagano.

ACCIAIERIE ITALIA RICORRERÀ IN APPELLO CONTRO REINTEGRO OPERAIO

“Acciaierie d’Italia ricorrerà in appello contro il provvedimento odierno del giudice del tribunale di Taranto Giovanni De Palma che ha respinto il ricorso presentato dall’azienda contro il reintegro nel posto di lavoro del signor Riccardo Cristello”. È quanto annuncia in una nota l’azienda.


“Il dottor De Palma è stato chiamato a decidere sia nella fase sommaria del luglio 2021, sia nell’attuale ricorso – prosegue – Nella fase sommaria il magistrato aveva accertato la natura offensiva delle espressioni utilizzate dal signor Cristello” tra cui la parola “assassini” e aveva confermato “sia l’ascrivibilità certa al dipendente del post pubblicato, sia l’assenza di intenti ritorsivi da parte dell’azienda, sia l’applicabilità a carico del dipendente dell’obbligo di fedeltà a prescindere dalla tipologia degli strumenti di comunicazione adoperati”.

L’azienda ricorda che “il magistrato aveva motivato il provvedimento di reintegra ritenendo che “l’attacco verbale” operato dal signor Cristello fosse in realtà riferito alle precedenti gestioni dello stabilimento siderurgico tarantino, indipendentemente dal fatto che le voci verbali impiegate fossero coniugate al presente”.

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