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Nel Barese condominio sociale per donne senza dimora e vittime di tratta

La struttura, suddivisa in mini appartamenti, si trova al secondo piano di un immobile di pregio nel centro di Triggiano dove, al momento, potranno essere ospitate fino a sei donne

Pubblicato:10-03-2021 17:04
Ultimo aggiornamento:10-03-2021 17:18
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condominio sociale_bari
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BARI – È operativo dalla scorsa settimana un nuovo condominio sociale destinato a donne sole, senza dimora, vittime di tratta o discriminazione e con problemi socio-sanitari, nato a seguito del protocollo d’intesa siglato lo scorso 21 gennaio tra l’assessorato al Welfare del Comune di Bari e la Aps international fundraiser association – Ifa Italia. La struttura, suddivisa in mini appartamenti, si trova al secondo piano di un immobile di pregio nel centro di Triggiano (Bari) dove, al momento potranno essere ospitate al massimo sei donne.

Il progetto Home for Good è stato fortemente voluto dalla rete del volontariato – dichiara il presidente dell’Ifa Italia Cristiano di Corato – con la quale la Ifa Italia Aps ha inteso avvicinare sempre più il concetto di assistenza a quello di familiarità. E nulla è più familiare della propria casa.
L’esperienza accumulata in anni di volontariato ci ha insegnato che anche un luogo più confortevole, che noi riconosciamo come casa, può aiutare a lenire le sofferenze e a intraprendere con più sicurezza un percorso di rinascita”. A gestire il condominio sociale sono il coordinatore, un operatorie sociale, un operatore sanitario, un mediatore linguistico, un informatico, un cooperatore internazionale, un comunicatore, un ingegnere della sicurezza, un medico e uno psicologo. L’associazione che gestisce la casa di comunità dovrà operare in rete con i servizi sociali del territorio e con tutti i servizi pubblici e privati attivi per il contrasto alla grave emarginazione adulta, interfacciandosi inoltre con i servizi sanitari.

L’accesso avverrà previa valutazione del servizio sociale professionale o, in casi di emergenza, del Pronto Intervento Sociale: dopo la fase di osservazione e conoscenza della storia personale dell’ospite, gli operatori e il servizio sociale competente elaboreranno dei progetti di intervento individualizzati con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dell’autonomia individuale e sociale e, con essa, la possibilità di inserimento o reinserimento lavorativo. Entro la fine dell’anno, dopo alcuni interventi già programmati, la struttura entrerà a regime con una capacità di accoglienza di dodici persone. La struttura è “un ulteriore passo avanti con cui intendiamo rispondere in maniera rapida ai casi più fragili, di cui non sempre la sanità riesce tempestivamente ad occuparsi, specialmente in questo periodo”, aggiunge l’assessora comunale al Welfare di Bari Francesca Bottalico che annuncia l’avvio “a giorni del percorso partecipato per la redazione del nuovo piano cittadino che individuerà i prossimi obiettivi triennali, a partire dal lavoro con la rete territoriale pubblico-privata sulla rimodulazione delle forme di welfare che sia in linea con tutte quelle esigenze nuove derivanti dal periodo socio-sanitario in cui viviamo”.


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