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Vaccino, Lombardia pronta a farli in azienda: “Fino a 400.000 dosi”

L'assessora al Welfare, Letizia Moratti: "Regione Lombardia prima in Italia a vaccinare in azienda"

Pubblicato:10-03-2021 16:26
Ultimo aggiornamento:11-03-2021 16:36
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Di Nicolò Rubeis e Maria Laura Iazzetti

MILANO – “Confindustria Lombardia apre le porte delle fabbriche e condivide con le istituzioni questo progetto per eseguire nelle aziende le vaccinazioni anti Covid-19. Abbiamo la possibilità (dosi a disposizione permettendo) di somministrare il farmaco a 300-400mila lavoratori nel breve termine. Se poi riuscissimo ad allargare l’iniziativa anche ai familiari dei dipendenti e alla filiera potremmo arrivare a cifre molto alte”. Le parole sono di Marco Bonometti, presidente dal 2017 di Confindustria Lombardia, il quale ha lodato “la concretezza” di chi ha lavorato al protocollo presentato oggi in conferenza stampa in Regione (con il presidente Attilio Fontana, la vice Letizia Moratti, l’assessore allo sviluppo Guido Guidesi) con il quale le aziende della regione metteranno a disposizione i propri spazi interni per somministrare vaccini ai lavoratori.

Bonometti, oltre ad “accogliere con favore” la disponibilità ricevuta dai medici di medicina generale, ha espresso un giudizio positivo anche sulla figura di Giovanni Pavesi, il nuovo direttore generale al Welfare scelto da Letizia Moratti, “che si è dimostrato un uomo del fare“.


I nodi da sciogliere ora ruotano tutti intorno agli spazi dove poter eseguire le vaccinazioni e alla disponibilità stessa che si avrà del farmaco. “Gli industriali lombardi hanno dimostrato ancora una volta di avere a cuore la salute e la sicurezza dei lavoratori– prosegue Bonometti- siamo convinti che le fabbriche siano i posti migliori dove lavorare e dove il contagio è più contenuto”.

Soddisfatto anche Maurizio Casasco, presidente nazionale di Confapi, l’associazione delle piccole e medie imprese: “Siamo convinti che questa iniziativa arriverà sul tavolo nazionale– chiosa- coniugare salute e attività produttive è la strada da seguire, che garantisce la dignità dei lavoratori e anche la loro incolumità”.

FONTANA: ACCORDO CON AZIENDE RAFFORZA AZIONE LOMBARDIA

Un elemento in più, che andrà a rafforzare la nostra capacità di vaccinare, con nuovi centri e altri medici e addetti che potranno contribuire ad aiutarci”. Esulta il presidente lombardo Attilio Fontana per il protocollo presentato oggi con Confindustria e Confapi con il quale le aziende della regione potranno partecipare attivamente alla campagna di somministrazione del farmaco anti Covid-19 ai lavoratori. Un accordo rivolto a tutte le fabbriche che aderiranno e che permetterà di vaccinare i dipendenti proprio al loro interno. Fontana ha poi ricordato come il protocollo inizierà’ ad avere valore nel momento in cui partirà la campagna massiva, nel rispetto comunque di quelle che sono le priorità del piano vaccinale.

MORATTI: LOMBARDIA PRIMA IN ITALIA A FARLI IN AZIENDA

Quando partirà la campagna massiva, le aziende lombarde che daranno la propria adesione potranno vaccinare i lavoratori in loco attraverso i medici aziendali. L’assessora al Welfare, Letizia Moratti, ripete più volte che “il protocollo verrà applicato nel rispetto delle categoria individuate dal piano vaccinale nazionale (quindi, operatori sanitari, Rsa, ultra 80enni e persone con fragilità)”. Sarà infatti “un canale parallelo a quelli già presenti”.

A svolgere le somministrazioni, come già annunciato, saranno i medici aziendali che dovranno dare la loro disponibilità. Le aziende dovranno avere degli spazi adeguati a mantenere il distanziamento e non creare assembramenti. Indicazioni più precise saranno fornite dal commissario per l’emergenza, Francesco Paolo Figluiolo, “che fornirà le modalità con cui dovrà essere applicata” l’intesa, chiarisce Moratti. L’assessora considera questo progetto un “grande aiuto al sistema sanitario regionale” e “rivendica” che la Lombardia è stata la “prima Regione ad averlo stipulato”.

“Il Covid non è un rischio tipico dei luoghi di lavoro, ma è un rischio presente e quindi vede anche noi che siamo un’associazione scientifica partecipi di quello che può essere il nostro apporto”, dice Rino Donghi di Anma, i medici aziendali. L’Associazione dei medici competenti- ieri era trapelata una nota del 5 marzo scorso in cui Anma richiamava la priorità del piano vaccinale pubblico- ribadisce che tanto le aziende quanto il personale sanitario aderiranno “in modo libero e consapevole predisponendo le modalità per cui la vaccinazione possa essere fatta in sicurezza e con efficacia”.

GUIDESI: LOMBARDIA-AZIENDE? SPERO CHE ROMA CI COPI

“Al fine di evitare strumentalizzazioni, voglio precisare che con questa delibera non andiamo né a variare il piano vaccinale nazionale al quale continueremo a rispondere, né a cambiare le priorità di somministrazione dei cittadini che rimarranno le stesse”. Lo sottolinea, durante la presentazione di oggi del protocollo con il quale le aziende lombarde potranno vaccinare i propri dipendenti all’interno delle fabbriche, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Guido Guidesi.

L’assessore rimarca come l’intesa non sia un modo per scavalcare il governo nella campagna di somministrazione degli antidoti al Covid-19. Anzi, la speranza è che da Roma l’esecutivo possa prendere spunto, “copiare” quanto fatto dal Pirellone. Guidesi ha ringraziato per l’impegno Confindustria, che aveva già un principio simile di intesa con le strutture sanitarie di Brescia e Confapi, l’associazione delle piccole e medie imprese dalla quale è arrivata la proposta di utilizzare i medici del lavoro. Anche se al tavolo, come fa notare l’assessore, “potevano esserci pure associazioni come Confcommercio”, o altre che hanno manifestato l’interesse di essere coinvolti in questo progetto della Regione. “Attualizziamo una ricetta che storicamente è sempre stata vincente- conclude Guidesi- la sinergia tra il pubblico e il privato”.

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