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Viabilità Milano, più abbonati a BikeMi ma l’uso crolla: -40%

La flessione ha interessato tutto il 2020, e non solo il bimestre di lockdown 'duro', nonostante marzo (-82%) e aprile (-90%)

Pubblicato:10-03-2021 15:54
Ultimo aggiornamento:10-03-2021 15:54
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MILANO – I numeri nel 2020 per quanto riguarda bikeMi, il servizio di ‘bici condivisa’ della città di Milano grazie alla collaborazione tra Comune meneghino e Atm (operativo durante tutto l’anno) offrono un quadro contrastante: se i ‘nuovi’ abbonamenti annuali hanno fatto registrare un aumento (+28%, 9.842 contro i 7.670 del 2019), c’è invece da registrare un calo dei ‘prelievi’ effettivi. Da quanto si evince dai dati di utilizzo c’è una contrazione del 40% rispetto alle ‘pedalate condivise’ effettuate in città del 2019.

Da questo si potrebbe estrapolare una tendenza: nonostante la ‘voglia’ delle due ruote ecologiche, probabilmente pasciuta anche dai bonus mobilità messi in campo dal governo, la reale possibilità di usufruire il servizio si è poi andata a scontrare con una realtà costellata di limitazioni dovute alle norme di contrasto alla pandemia, che in qualche modo hanno forse fatto da deterrente alla nuova tendenza. Tutto ciò, nonostante in questo 2020 il Comune di Milano abbia messo in piedi vari e nuovi chilometri di piste ciclabili, che in teoria avrebbero dovuto fungere da incentivo.

Nel dettaglio infatti, se si vanno ad analizzare mese per mese i ‘numeri’ di utilizzo, si scopre che la flessione ha interessato tutto il 2020, e non solo il bimestre di lockdown ‘duro’, nonostante marzo (-82%) e aprile (-90%), abbastanza prevedibilmente, registrino cali vistosi rispetto all’anno precedente.


I numeri di bikeMi, nonostante si siano parzialmente ripresi dal principio della primavera, non hanno mai raggiunto i livelli di utilizzo pre-covid, sebbene la bicicletta possa essere preferita all’automobile per spostamenti brevi, in un quadro a metà tra le restrizioni alla mobilità imposte dalla pandemia, e la necessità di ‘cambiare’ la vita cittadina, con il concetto della ‘città a 15 minuti’ su cui battono spesso il sindaco Sala e la sua amministrazione. A questo, a onor del vero, va aggiunta la ‘sospensione’ di Area B e Area C, decisioni che possono aver giocato contro la voglia di due ruote.

D’altronde, come sottolinea il responsabile Mobilità di Legambiente Lombardia, Federico Del Prete, “pur non essendo un luogo di contagio significativo, i provvedimenti sanitari di contrasto alla pandemia penalizzano la capacità del trasporto collettivo di rispondere alla domanda di mobilità di famiglie, alunni e studenti”, ma questo “non deve permettere il ricorso massivo all’automobile”. Dopodichè, la ricetta proposta dal Del Prete è quella di “aumentare l’offerta di mobilità ciclopedonale” in uno spazio pubblico “equamente condiviso anche con l’automobile, ma più sicuro per tutti”, per evitare incidenti che, purtroppo, si sono verificati, portando con sè più di una polemica.

Da lì la proposta di Legambiente: ok alle auto, ma a km orari contenuti. “Bisogna ridurre la velocità dei veicoli: chiediamo Milano Città 30, ora, non nel 2030“, aggiunge l’esponente ambientalista. Questo però può essere realizzato soltanto in seguito alla messa a regime di un sistema ‘di prossimita”, partendo dalle scuole. Già, perché “Milano- come sottolinea Del Prete- è ferma a 27 scuole cosiddette car-free, con limitazioni temporanee anzichè permanenti, su un totale di 143 plessi di scuola primaria e 90 di secondaria inferiore”.

Dunque, per Legambiente “la riprogettazione degli spazi esterni e della mobilità casa-scuola sono ambiti cruciali su cui investire profondamente, per una città migliore per tutte le età e le abilità”, e magari per far riprendere la voglia di bicicletta.

Tornando ai dati BikeMi, dal quadro si riscontra come è l’autunno del 2020 la parte dell’anno in cui il servizio ha potuto tornare ad avvicinarsi a livelli pre-covid, senza peraltro mai toccarli: a settembre 2020 l’utilizzo ha registrato un -16,8% rispetto al settembre 2019, ad ottobre -26%, a novembre -22,7%. Durante l’estate del 2020, inquadrando il periodo di ‘riapertura’ dopo il primo lockdown, i risultati non sono stati invece molto incoraggianti: a giugno -44% di prelievi da stalli in meno rispetto al 2019, a luglio -29,7%, ad agosto -33%. Importante anche il calo di utilizzi in dicembre, dovuto forse alle chiusure natalizie, ma anche al maltempo: -46%.

Con la speranza di vedere numeri diversi in questo 2021, dai gestori del servizio intanto arrivano rassicurazioni circa la professionalità soprattutto in materia di sicurezza. “Dall’inizio della pandemia abbiamo attivato misure speciali per tutelare la sicurezza degli abbonati, tra cui la sanificazione su strada di biciclette e stazioni” fanno sapere da BikeMi, mentre è stata intensificata la manutenzione dei mezzi, “svolta direttamente su strada, per garantire biciclette sempre pronte all’utilizzo”. A questo, si aggiunge che “le squadre di regolatori sono state sempre all’opera per verificare che le bici fossero nello stato ottimale”.

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