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Renzi, il Consiglio Regionale della Toscana si dissocia dall’elogio a Riad

L'atto è frutto di un lavoro condiviso fra M5S e Partito democratico, ma crea lacerazioni in aula e qualche imbarazzo nelle stesse file dei dem.

Pubblicato:10-03-2021 14:01
Ultimo aggiornamento:10-03-2021 14:01

matteo renzi
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FIRENZE – Il Consiglio regionale della Toscana si dissocia dal plauso espresso dal senatore e leader di Italia viva, Matteo Renzi, al regime saudita, durante una recente visita a Riad. Lo fa con una mozione presentata dal M5S ed emendata dal Partito democratico che viene licenziata dall’aula a maggioranza con 17 voti favorevoli, tre contrari (Iv e Fi) e nove astenuti (Fdi e Lega).

Il testo ricorda anche “l’adesione della comunità toscana ai principi di tutela delle libertà civili e politiche, ribadendo l’impegno della Regione sul tema dei diritti delle donne per quanto concerne le politiche attive sulle pari opportunità”. L’atto è frutto di un lavoro condiviso fra M5S e Partito democratico, ma crea lacerazioni in aula e qualche imbarazzo nelle stesse file dei dem. Non a caso al momento del voto non partecipano ben 7 consiglieri del Pd, fra cui il governatore Eugenio Giani e il presidente dell’assemblea legislativa, Antonio Mazzeo. Quest’ultimo al momento della discussione lascia la conduzione dei lavori d’aula al suo vice, Stefano Scaramelli.

“In Arabia Saudita- è l’affondo della consigliera 5 Stelle Silvia Noferi- Renzi avrebbe dovuto chiedere la liberazione di chi si batte per i diritti umani e smettere di sostenere progetti che nulla hanno a che vedere col Rinascimento. Quando era al governo si è sempre vantato di esser il paladino dei diritti civili, ottenendo anche qualche risultato e leggi innovative”. Per questo, sostiene l’esponente pentastellata, “risulta incomprensibile la sua vicinanza a quel regime”.


Nel corso del dibattito vanno a vuoto le richieste di Lega e Italia viva di ritirare l’atto. “Ho tanti contatti- fa sapere Scaramelli prendendo la parola in assemblea- e tutti sanno che sono renziano, lo sono sempre stato e sempre lo sarò. Non ho avuto una persona che mi abbia chiamato per chiedere una delucidazione rispetto a quanto accaduto. Avrei avuto titolo, ho avuto invece 300-400 contatti che mi hanno chiesto quando verranno vaccinati. È questo il tema per cui siamo chiamati a legiferare, intervenire, a incidere”.

Evidentemente, aggiunge Scaramelli, “questa mozione per voi è una priorità, per me non lo è”. Italia viva lamenta anche la mancanza della stessa sollecitudine da parte dell’aula a prendere la distanza da altri Stati autoritari, come quello cinese. E a sorpresa fra i contrari alla mozione si aggrega il capogruppo di Forza Italia, Marco Stella, che incalza Noferi proprio sul nodo dei rapporti con la dinastia saudita: “In politica- segnala- esiste anche la geopolitica. Sotto il governo dei 5 Stelle l’Arabia saudita è entrata nella compagine sociale di Eni. Non ho sentito neppure una parola su questo, è forse anche questo un tema?”.

Il Partito democratico, o meglio la parte maggioritaria del gruppo dem, prova a difendere il punto di caduta trovato coi 5 Stelle: “Noi che non nutriamo nei confronti del senatore Renzi alcun odio e verso il quale ben volentieri abbiamo espresso solidarietà per l’atto intimidatorio che ha subito- afferma il capogruppo Vincenzo Ceccarelli- oggi siamo qui a dire che per rispetto verso la civiltà della Toscana accostare l’Arabia saudita al Rinascimento dei Paesi arabi o invidiarla per il costo del lavoro è assolutamente inopportuno. Sono parole assolutamente inappropriate”.

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