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Coronavirus, la Lombardia pensa alla chiusura totale: cresce l’idea della serrata come a Hong Kong

La proposta della Lombardia: fermare tutto per 15 giorni, per farcela davvero

Pubblicato:10-03-2020 11:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:07
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MILANO – Fermare tutto per 15 giorni, per farcela davvero. Il governo serra l’Italia, la Regione Lombardia plaude ma rilancia. “Sono arrivato alla consapevolezza che dobbiamo adottare le misure più dure possibili per un arco di tempo molto circoscritto”, afferma l’assessore al Welfare Giulio Gallera, ospite a Mattino 5.

“Gli esperti ci dicono che se fermiamo il Paese per 15 giorni poi riusciamo a sconfiggere questo virus– afferma- e fermarlo vuol dire probabilmente chiudere le attività produttive, l’Idroscalo, bloccare i mezzi di trasporto, stare a casa e a quel punto possiamo forse ricominciare in un lasso di tempo molto breve”.

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D’altronde, l’assessore spiega come di fronte a una situazione così straordinaria l’impegno economico del governo per ripartire debba essere “altrettanto straordinario”. A detta di Gallera infatti, “altri 15-20 giorni di una corsa così forsennata di persone al pronto soccorso e alla terapia intensiva noi non li reggiamo“. Dobbiamo vagliare un “eventuale provvedimento molto duro per tutta la Regione”.

SERRATA NEGOZI A MILANO COME A HONG KONG, L’IDEA AVANZA

Milano come Hong Kong, che, per combattere il contagio da coronavirus ha chiuso per un mese i negozi (non essenziali) a fronte di aiuti economici governativi, non solo ai commercianti e imprenditori, ma a tutti i cittadini, tra cui i lavoratori degli esercizi commerciali fermi, con una cifra pari a 1.175 euro. Un’ipotesi che sta valutando il sindaco di Milano Giuseppe Sala, e che incontra il parere positivo delle opposizioni di centrodestra (Lega e Forza Italia), e della Città metropolitana, che, per voce della vicesindaca Arianna Censi, “sta dimostrando un gigantesco senso di responsabilità: parlo con i sindaci tutti i giorni, e al là del colore politico, la priorità di tutti è superare l’emergenza sanitaria”.

Parlando con la ‘Dire’ Censi evidenzia che “il modello Hong Kong ha funzionato come abbiamo visto” e “ora bisogna fidarsi di chi ha la responsabilità pubblica”. Un atteggiamento, rileva la vice sindaca metropolitana, che fortunatamente “sta emergendo, ed è interessante: la politica deve mettere il bene collettivo al primo posto, la responsabilità istituzionale è al di là e sopra ogni appartenenza”. Da qui un appello: “Fidiamoci del sindaco Giuseppe Sala che in queste ore sta valutando con tutte le persone più competenti” come tutelare la cittadinanza contro il contagio e al contempo dare “sostegno a tutti coloro che patiranno scelte difficili”. Perché “a fronte di una sospensione dolorosa e faticosa, il sindaco sta creando le condizioni per poter garantire a imprenditori, commercianti e cittadini di avere un terreno solido su cui poggiare i piedi per poi ricominciare”.

Anche Massimiliano Bastoni, consigliere della Lega a Palazzo Marino, sottolinea che “ogni forma di sostegno economico non può che essere vista positivamente”. La preoccupazione “è però rivolta a quelle attività produttive che dopo quasi due mesi di stop si vedranno costrette a far fronte ad una serie di debiti che sono cresciuti come stipendi e relativi contributi, affitti, fornitori, tasse, finanziamenti e mutui. Il tutto contro entrate pari allo zero”. E, precisa Bastoni, “si parla di diversi milioni se non miliardi di euro, ed è qui che lo Stato deve intervenire con aiuti sostanziali nei confronti della Lombardia”. Si dice “assolutamente d’accordo con questa proposta, servono aiuti affinché imprenditori, negozi e lavoratori non collassino”, il consigliere di Fratelli d’Italia Andrea Mascaretti, precisando che certamente “il Comune deve chiedere al governo come realizzare questa strategia”.

Tuttavia, dice ancora Mascaretti, “il Comune deve anche intervenire direttamente, di tasca propria, sospendendo tutte quelle tasse comunali che gravano sulle attività colpite, dalla Tari alla Cosap, e anche sulle famiglie, ad esempio con la retta per le mense scolastiche per le famiglie”. E, conclude, “quando parlo di sospendere le tasse non si tratta di posticiparle nel tempo, ma di sospenderle definitivamente fino alla fine della crisi per poi non farle più pagare rispetto a questo periodo”.

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