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In Toscana 2198 donne vittime di violenza nel 2014

Delle 1.686 nuove richieste di aiuto il 68% dei casi riguarda donne straniere; 72 inoltre, con 82 tra bambine e bambini, le donne ospitate nelle 8 case rifugio

Pubblicato:10-03-2015 15:06
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:10

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DONNE IN RETEFIRENZE – Sono 2198 le donne che hanno chiesto aiuto ai 12 centri antiviolenza del coordinamento Tosca dal primo gennaio al 31 ottobre 2014. Una cifra che contiene 1686 nuove richieste di aiuto accolte e 512 (+ 8%) le donne già in percorsi di sostegno. Numeri emersi durante la firma del protocollo di intesa tra Anci Toscana e i centri antiviolenza regionali aderenti a Dire (Donne in rete). Delle 1.686 nuove richieste di aiuto il 68% dei casi riguarda donne straniere; 72 inoltre, con 82 tra bambine e bambini, le donne ospitate nelle 8 case rifugio presenti nel territorio regionale.

 

Per quel che riguarda l’intesa, si tratta di un accordo firmato da Anci Toscana e 10 associazioni (Artemisia Firenze; Pronto donna Arezzo; Olimpia de Gouges di Grosseto; Luna di Lucca; L’Una per L’Altra di Viareggio; Casa della donna di Pisa; Frida di San Miniato; Donne insieme di Colle Val d’Elsa; Amica donna di Montepulciano; Alice – Centro la Nara di Prato) “per far rete” e che “coinvolgerà tutti i Comuni ella regione”.


Il protocollo, infatti, prevede tra l’altro: progetti operativi per la realizzazione e il sostegno di case rifugio e sportelli dedicati sul territorio; a collaborazione inter-territoriale tra associazioni o enti pubblici per il sostegno alle donne (e i loro figli) vittime di violenza (situazione alloggiativa, inserimento scolastico, lavorativo)

I NUMERI DI ARTEMISIA – Sono 1.024 le donne (68% italiane, 32% straniere) che nel 2014 si sono rivolte ad Artemisia, il centro antiviolenza di Firenze: 776 nuove richieste di aiuto, 248 invece i percorsi di supporto attivati nel 2013 e continuati nell’anno di riferimento. Lo specifica l’associazione- nata nel febbraio del 1995 e che nel corso di un ventennio ha assistito 8.976 donne in situazioni di violenza- presente alla firma del protocollo di intesa tra Anci Toscana e i 10 centri antiviolenza regionali aderenti a Dire.

Dei 1.024 casi seguiti dalla realtà no profit, in 689 episodi i figli hanno assistito alla violenza sulle madri, mentre il 25% delle donne ha sporto denuncia (nell’1,6% dei casi poi è stata ritirata). Sono invece 253 i nuovi casi di minori segnalati ad Artemisia nel 2014; 202, per un totale di 455 (48% maschi e 52% femmine; 80% italiani, 20% stranieri) se si considera i percorsi in atto dal 2013. Otto le nuove richieste di aiuto di uomini abusati o maltrattati durante l’infanzia. Artemisia inoltre “ha fatto fronte- spiega la presidente Teresa Bruno- a 60 situazioni di emergenza ad altissimo rischio per l’incolumità fisica della donna e dei propri figli: nel 2014 nelle nostre 2 ‘Case Rifugio’ abbiamo ospitato 15 donne e 17 minori”.

Per quel che riguarda le donne e gli adulti (in tutto 1.035 casi) si ha “una maggiore rappresentatività” delle fasce di età 30-39 e 40-49 anni che costituiscono insieme il 47% del totale delle richieste di aiuto (a seguire la fascia 18-29 con il 19%). Sui minori la fascia più colpita è la 14-18 anni (27%); a seguire le fasce 7-10 (19%), 4-6 (17%), 11-13 (16%), infine la 0-3 anni (11%). Per le donne e gli adulti con il 45% è la violenza “fisica e psicologica” quella più ricorrete; il 5% ha subito violenza sessuale, il 7% stalking e violenze nel periodo dell’infanzia. Sui minori invece la violenza più ricorrente è quella “assistita” con il 43,5% dei casi; al 17% l’abuso sessuale, al 12% il maltrattamento fisico.
Il partner per il 56% dei casi è l’autore della violenza; il 22% un parente o conoscente; il 21% l’ex partner. Sui minori l’autore della violenza spesso è il padre (51%); la madre il 10%. “Negli anni- spiega Bruno- è emerso sempre più il problema della violenza, c’è più sensibilità, e questo è positivo: vuol dire che le donne o gli adolescenti chiedono aiuto. Questo però implica maggiori sforzi visto che ogni anno superiamo di gran lunga il migliaio di accessi. Per questo c’è bisogno di ulteriori risorse”.

 

di Diego Giorgi

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