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ROMA – Traballa la tregua in Medio Oriente tra Hamas e Israele. L’organizzazione palestinese, citando violazioni dell’accordo, ha sospeso a tempo indeterminato il rilascio degli ostaggi che era previsto per sabato 15 febbraio. Una decisione che non cambierà “fino a nuovo avviso”. A comunicarlo è stato il portavoce di Hamas, Abu Obeida.
Tre le motivazioni principali: “Il ritardo del ritorno degli sfollati nella Striscia di Gaza settentrionale, l’averli presi di mira con bombardamenti e armi da fuoco in varie aree della Striscia e non aver consentito l’ingresso di rifornimenti di soccorso in tutte le loro forme secondo quanto concordato“. Accuse respinte da Israele che ha, invece, parlato di una violazione degli accordi da parte degli avversari.
Obeida ha, poi, sottolineato che, invece, “la resistenza ha adempiuti a tutti i suoi obblighi” e è pronta a continuare su questa strada: “Confermiamo il nostro impegno nei confronti dei termini dell’accordo fintanto che l’occupazione si impegna a rispettarli”. Dal fronte opposto, il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato di aver dato istruzioni all’esercito del Paese di “prepararsi al massimo livello di allerta per ogni possibile scenario a Gaza”. A Tel Aviv tanti sono scesi in piazza per protestare
Hamas ha, inoltre, fatto sapere che “le garanzie Usa per il cessate il fuoco non sono più i vigore”. Dichiarazione che arriva all’indomani di quella fatta da Donald Trump mentre si recava all’appuntamento del Super Bowl, ovvero: “Sono impegnato ad acquistare e possedere Gaza”. Un piano che prevederebbe il trasferimento dei palestinesi da Gaza per costruire la ‘riviera’ del Medioriente, cosa che ha causato parecchia indignazione. Hamas ha, infine, fatto sapere che “porta resta aperta” per riuscire a rispettare la data del rilascio prefissata. L’annuncio dello slittamento è un avvertimento affinché Israele “adempia ai propri obblighi”.
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