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Saman, in aula lo zio. Per il padre udienza a parte il 17 febbraio in collegamento col Pakistan

Il padre di Saman, accusato con altri parenti di omicidio e occultamento di cadavere, non può essere presente per legittimo impoedimento: a suo carico è in corso la procedura di estradizione dal Pakistan che però non è ancora risolta

Pubblicato:10-02-2023 12:56
Ultimo aggiornamento:10-02-2023 20:56

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REGGIO EMILIA – In attesa che si concluda la vicenda della sua eventuale estradizione dal Pakistan, la posizione di Shabbar Abbas, padre di Saman, è stata stralciata dal processo per l’omicidio della giovane pakistana iniziato oggi a Reggio Emilia. L’istanza “per legittimo impedimento” è stata avanzata dal procuratore capo Calogero Gaetano Paci e accolta dalla presidente della Corte D’Assise Cristina Beretti. Per l’uomo, 46 anni, accusato con la moglie ancora latitante e tre parenti di omicidio e occultamento di cadavere, è stata quindi fissata un udienza per il prossimo 17 febbraio, quando si tenterà anche un collegamento video con Islamabad.

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ANCHE LA GRANDE MOSCHEA DI ROMA CHIEDE DI ENTRARE COME PARTE CIVILE

In mattinata hanno poi presentato richiesta per costituirsi parte civile l’ex fidanzato di Saman Saqib e circa una ventina di enti e associazioni di tutta Italia, tra cui il Comune di Berceto in provincia di Parma, la Grande moschea di Roma e l’unione delle donne italiane (Udi).


IN AULA LO ZIO DI SAMAN E DUE CUGINI

I difensori dei tre imputati presenti in aula –lo zio di Saman Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Nomanullaq Nomanullaq- hanno chiesto del tempo per esaminare gli atti di costituzione e l’udienza é stata sospesa fino alle 15 di oggi. Fuori dal Tribunale reggiano le associazioni femministe “Non da sola” e “Non una di meno”, hanno esposto degli striscioni chiedendo “Giustizia per Saman”.

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