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Foibe, La Russa: “Fu odio anti-italiano, il ricordo appartiene a tutti”

Il presidente del Senato ha visitato alla Foiba di Basovizza (Trieste), inchinandosi al monumento degli infoibati

Pubblicato:10-02-2023 10:18
Ultimo aggiornamento:10-02-2023 10:24

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TRIESTE – “La mia visita a nome di tutto il Senato della Repubblica vuole essere un umile atto di doveroso omaggio, in ginocchio, a chi innocente perse la vita nelle Foibe titine”, ha scritto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel libro delle visite del Centro di documentazione della foiba di Basovizza, ieri, alla vigilia del Giorno del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio. Prima della visita, la seconda carica dello Stato si è inginocchiato davanti al monumento nazionale sul Carso triestino dopo la deposizione di una corona, portata da due carabinieri, e ha fatto – gesto inusuale – il segno della croce.

“Questo ricordo oggi appartiene a tutti gli italiani, ed è un segno importante della nostra comunità nazionale che tende a una storia condivisa. Fintanto che la vicenda delle foibe e la vicenda dell’esodo non è appartenuta a tutta la comunità nazionale, credo che non si potesse parlare di storia italiana condivisa. Oggi questo mi lascia sperare su un percorso che va completato, ma che è già in corso”, ha sottolineato il presidente del Senato a margine della sua visita ieri alla Foiba di Basovizza (Trieste) alla vigilia del Giorno del Ricordo che rende omaggio alla tragedia delle foibe e all’esodo degli istriani, fiumani e dalmati sul finire del Secondo conflitto mondiale.

La Russa ha ricordato di essere stato capogruppo di Alleanza nazionale, aiutando Roberto Menia a promuovere la proposta di legge con cui venne poi istituito il Giorno del Ricordo. “E lavorai poi perché quella legge passasse praticamente all’unanimità- ha aggiunto-. Votarono contro solo dodici deputati, mi ricordo molto bene: solo dodici, ma c’erano, che votarono contro. Ma l’orgoglio fu di farla diventare una occasione largamente condivisa”, ha sottolineato il presidente del Senato. “Conservo quel ricordo come un motivo di orgoglio personale, ma credo anche di crescita di tutta la comunità nazionale”, ha aggiunto.


LA RUSSA: ALTRI POPOLI RICONOSCONO, FU ODIO ANTI-ITALIANO

“In queste foibe ci sono vittime innocenti, militari, per motivi di ideologia, o più semplicemente la verità è che erano italiani. Questa è la vera causa che scatenò l’odio titino, l’odio dei comunisti che avevano, per carità, vinto la guerra, avevano motivi di revanscismo e tutto quello che volete, ma che scatenarono un odio bestiale”, ha spiegato Ignazio La Russa a margine della sua visita alla Foiba di Basovizza (Trieste). Quell’odio, ha continuato La Russa, “giustamente oggi viene ricordato per quello che fu non solo da noi, ma anche dai Paesi e dalle nazioni che oggi sono vicine all’Italia e che insieme ricordano, come un qualcosa che non debba mai più ripetersi, l’odio che c’è stato tra i popoli e l’odio che c’è stato nei confronti degli italiani“. 

LA RUSSA: RICORDO È VOTO DI AMICIZIA TRA POPOLI EX-NEMICI

“Oggi sia l’Italia, sia la Croazia, sia il presidente Mattarella, che il presidente croato, sia i nostri popoli amici hanno ben chiaro quello che significarono le foibe, che significò l’esodo dalla Dalmazia, dall’Istria e Fiume. E questo è un segno di crescita e amicizia rinnovata tra noi, la Croazia e i popoli che un giorno erano nemici”, ha concluso La Russa.

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