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Bibbiano, le motivazioni della condanna di Foti: “Intensa attività illecita sugli affidi dei minori”

Il Gup del Tribunale di Reggio Emilia, Dario De Luca, deposita le motivazioni della condanna a quattro anni per lo psicoterapeuta che guidava la onlus Hansel&Gretel

Pubblicato:10-02-2022 19:56
Ultimo aggiornamento:10-02-2022 19:56

claudio foti bibbiano
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REGGIO EMILIA – Dall’inchiesta ‘Angeli e Demoni’ emerge “una complessa, continuativa e insistita attività illecita legata al delicato tema degli affidi di minorenni, di competenza dell’Unione Comuni Val d’Enza”. Si legge nelle motivazioni di 46 pagine a firma del Gup del Tribunale di Reggio Emilia, Dario De Luca, alla sentenza di condanna a quattro anni riportata in abbreviato l’11 novembre dell’anno scorso dallo psicoterapeuta Claudio Foti. Nel procedimento sono inoltre state rinviate a giudizio altre 17 persone, tra cui il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti.

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Un passaggio delle motivazioni si concentra in particolare sull’affidamento alla onlus guidata da Foti (la Hansel&Gretel) del servizio di psicoterapia per i bambini fragili assistiti dai servizi sociali al centro delle indagini. Vicenda per la quale al professionista è stato contestato – in concorso con Carletti – il reato di abuso d’ufficio. Per il giudice la procedura avvenne “in spregio alle specifiche regole di condotta contenuta nelle normative in materia” e Foti, concorrente esterno del reato, partecipò attivamente per “procurarsi un ingiusto vantaggio patrimoniale“.


Quale? “La percezione indebita di denaro pubblico, fatturando il prezzo di 135 euro per ogni seduta” oltre all’utilizzo dei locali de ‘La Cura’ (struttura pubblica a Bibbiano) “senza averne titolo”. Viene infine descritto il “cervellotico e certamente inusuale”, sistema attraverso cui veniva retribuita la psicoterapia. Cioè con fatture per le sedute emesse nei confronti delle famiglie affidatarie, che pagavano il corrispettivo indicato, ricevendo poi dal servizio sociale un contributo mensile maggiorato per la spesa sostenuta.

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