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I Nas chiudono 21 punti prelievo per tamponi rapidi

Kit irregolari, ambienti non igienici e in qualche caso anche personale senza green pass: i controlli dei Carabinieri del Nas si sono svolti in tutta Italia

Pubblicato:10-02-2022 10:03
Ultimo aggiornamento:10-02-2022 18:19
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tamponi rapidi
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ROMA – Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ha disposto la sospensione di 21 punti di prelievo di tamponi rapidi “condotti in condizioni igienico-strutturali carenti e con modalità non compatibili con la prosecuzione dell’attività”.

SEQUESTRATI 677 KIT PER TAMPONI NON IDONEI

Sono stati sequestrati complessivamente 677 kit per tamponi rapidi risultati non idonei e individuati 18 operatori che svolgevano l’attività sebbene privi del green pass. “L’estensione delle verifiche- spiega la nota dei Nas- ha inoltre consentito di accertare ulteriori violazioni connesse con la regolare tenuta di farmaci e dispositivi medici, eseguendo il sequestro di 650 confezioni di medicinali defustellati e 25.300 mascherine facciali irregolari“.

CONTROLLATE 1.360 FARMACIE E CENTRI ANALISI

I controlli dei Carabinieri dei NAS sono stati avviati dal mese scorso in tutta Italia “principalmente per prevenire e contrastare il fenomeno dei ‘falsi positivi’ e cioè soggetti già risultati positivi che si presentano presso un punto di prelievo con la tessera sanitaria di un altro soggetto ‘no vax’ al fine di fargli ottenere, alla scadenza del periodo di quarantena e successivamente a un test negativo effettuato da quest’ultimo, il green pass”. NeglI ultimi 30 giorni i servizi di controllo hanno interessato complessivamente 1.360 farmacie e centri di analisi, rilevando irregolarità presso 170 di essi (pari al 12,5%) e contestando 282 violazioni, a causa di: – uso tamponi e kit reagenti non regolari, i quali, non rispettando gli standard richiesti, potevano fornire un risultato inattendibile;
mancata identificazione e registrazione delle persone sottoposte a test nonché irregolarità nella comunicazione delle risultanze nella piattaforma sanitaria informatica; inadeguatezza delle figure professionali impiegate nell’esecuzione dei tamponi, in quattro casi effettuati da personale non qualificato e in altri casi privo del green pass obbligatorio; effettuazione dei test in ambienti non idonei sotto il profilo igienico sanitario (androni di condominio, sottoscala, etc.), in locali promiscui o in totale assenza di autorizzazione regionale, aumentando il rischio di contagio.


TITOLARI FARMACIE CONNIVENTI CON SANITARI SOSPESI E GREEN PASS FALSI

Titolari di farmacie conniventi con gli operatori sanitari sprovvisti di green pass o persino già sospesi dall’ordine di appartenenza perché non vaccinati, ma che continuavano a fare i prelievi di tamponi antigenici rapidi presso le farmacie. È quanto apprende l’agenzia Dire a proposito della vasta operazione condotta dal Nas dei Carabinieri in tutta Italia, che ha portato alla chiusura di 21 centri prelievi per test rapidi Covid-19, al sequestro di 677 kit per tamponi rapidi risultati non idonei e individuati 18 operatori che svolgevano l’attività sebbene privi del certificato verde.

Dall’indagine dei Carabinieri, è stato possibile deferire 30 soggetti alle autorità giudiziaria, ovvero per reati penalmente perseguibili, mentre 150 circa sono le persone segnalate alle autorità amministrative. Proprio in ragione dell’esercizio abusivo delle attività sanitarie di prelievo per i test rapidi, da parte di soggetti sospesi dall’ordine professionale di riferimento, quello dei farmacisti e quello dei medici, è probabile che nelle prossime ore i Carabinieri avviino altre indagini a partire da farmacisti e sanitari sospesi perché non immunizzati ma ancora operanti e, in alcuni casi, con green pass falsi, anche per comprendere se l’emissione di eventuali test rapidi con esito negativo, al fini del green pass base ai clienti delle farmacie, sia avvenuto correttamente o se si è trattato di falsi.

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