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Bassetti difende il vaccino Astrazeneca: “È ottimo, mi rivaccinerei con quello”

Secondo il responsabile della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova il farmaco di Oxford è il più semplice da conservare, il più economico ed efficace al 100% nel prevenire la malattia grave e la morte

Pubblicato:10-02-2021 11:33
Ultimo aggiornamento:10-02-2021 11:33

bassetti vaccino
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GENOVA – “Se dovessi rivaccinarmi, mi vaccinerei con il vaccino di Astrazeneca. Si tratta di un ottimo vaccino, che nel nostro Paese ha avuto un trattamento mediatico e scientifico sconsiderato e masochista. La gente lo considera erroneamente un vaccino di serie B”. Lo scrive su Facebook il responsabile della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti. “È un vaccino di serie A– sostiene l’infettivologo- è il più semplice per la conservazione (si conserva in un normale frigorifero), è il più economico (costa solo 2,8 euro ovvero meno del costo di produzione, per scelta della casa produttrice che ha deciso di non lucrarci), è efficace tra il 60 e il 75% nel prevenire la malattia sintomatica lieve e nel 100% per la malattia grave e la morte. Ci sono oggi pochi dati negli anziani, ma non vuol dire che non funzioni in chi ha più di 65 anni”.

Bassetti va oltre e ritiene che il vaccino Astrazeneca “agisca ugualmente in tutte le fasce di età ed anche nei soggetti più fragili. Faccio una previsione? I nuovi dati, che saranno pronti tra qualche settimana, confermeranno che si potrà usare in tutte le fasce di età. Noi, intanto, stiamo perdendo tempo perché non lo useremo in quei soggetti in cui il vaccino serve di più. Sarebbe il candidato ideale per una vaccinazione a tappeto nelle aree in cui stanno circolando i virus mutati, le cosiddette varianti”. In quelle aree, prosegue, “bisognerebbe dirottare ingenti quantità di vaccini per tutta la popolazione, così da limitare la circolazione del virus e quindi anche delle varianti”. Il presidente della Società italiana di terapia antinfettiva sottolinea, infine, che “contro questo virus occorre essere veloci, pronti, precisi e spietati. Dobbiamo rendergli la vita difficile”.

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