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VIDEO | Ela Gandhi: “La situazione delle donne peggiora, insegnare il rispetto”

Oggi al Senato si è tenuta la conferenza 'La donna leader nella promozione dell'umanesimo integrale'

Pubblicato:10-02-2020 17:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:58

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ROMA – La situazione delle donne oggi nel mondo, “dopo un periodo di miglioramento, è tornata a peggiorare ma è nelle nostre mani la forza per invertire questa tendenza”. Lo ha detto alla Dire Ela Gandhi, co-presidentessa del Religion for Peace and Trustee del Gandhi Development Trust e nipote del Mahatma Gandhi, intervenuta stamani alla conferenza ‘La donna leader nella promozione dell’umanesimo integrale‘ che si è tenuta alla Sala Zuccari del Senato. Secondo l’esperta, è importante tra le altre cose “tornare al metodo in cui Maria Montessori educava le giovani generazioni, e la compassione con cui si rivolgeva a loro. Montessori – ha concluso Gandhi – insegnava loro il modo di intendere il ‘sé’. Perché nel suo modo di insegnare, i bambini imparano a rispettare se stessi e quindi anche gli altri. Sono valori fondamentali”.



BINETTI: “LA PACE DIVENTA POSSIBILE SOLO CON UNA GUIDA DELLE DONNE”

“La pace è possibile solo se le donne assumono il loro ruolo”. Lo ha dichiarato all’agenzia Dire la senatrice Paola Binetti, vicepresidente della Commissione straordinaria per la tutela dei diritti umani, e organizzatrice dei lavori di oggi. Un incontro che si è svolto all’indomani della settimana per l’armonia interreligiosa, appuntamento che le Nazioni Unite indicono ogni anno nei primi sette giorni di febbraio. “Senza il profondo coinvolgimento della donna – ha proseguito Binetti – anche il dialogo interreligioso può diventare problematico“. Per questo la conferenza ha previsto le testimonianza di “tanti profili di altissimo livello: dalla nipote del Mahatma, Ela Gandhi, che si è fatta portatrice di parole di pace, aperte ai valori del dialogo e della maternità, alla testimonianza più drammatica di suor Gabriella Bottani sul grande tema della tratta, dello sfruttamento e della prostituzione”.

Un messaggio di speranza anche dai teatri di guerra è arrivato attraverso il documentario presentato da Lia Beltrami, rappresentante di Religioni per la pace della Fao. In zone di conflitto come la Siria o il Libano, ha evidenziato la senatrice, “la donna non è solo vittima ma anche fonte di speranza per i propri figli e unica garanzia di sicurezza”. Incontri come quelli di oggi, secondo Binetti, servono quindi a ribadire che “la donna è fonte di luce” e che “tocca a noi valorizzare la luce e proteggerla dalle ombre”.




ELA GANDHI AL SENATO: “SERVONO NUOVE MARIA MONTESSORI”

“Oggi è diventato difficile trovare una Maria Montessori o una Florence Nightingale. Questo perché il mondo contemporaneo ci ha fatto perdere i valori fondamentali. Dobbiamo tornare alle nostre radici”. Lo ha dichiarato Ela Gandhi, intervenendo alla conferenza. “Gandhi – ha proseguito l’esperta – credeva che un mondo di pace e armonia fosse possibile solo assicurando che non esista nessuna forma di sfruttamento, assicurando una vita dignitosa e libera per tutti, l’armonia tra le religioni e le culture, il rispetto del creato e l’empowerment delle donne“. Su quest’ultimo punto, Ela Ghandi ha detto: “Nelle mie varie esperienze, ho osservato che anche nelle religioni guidate dagli uomini le donne hanno un ruolo chiave nel mantenere tali istituzioni unite”. Questo perché, secondo la co-presidentessa, “hanno una capacità innata di ‘prendersi cura’. Sono le madri e le nonne a trasmettere il 99% dei valori fondamentali a figli e nipoti“. Ciò non vuol dire “che il padre o l’uomo non sia importante. Bensì è fondamentale che i genitori siano egualmente impegnati nella crescita dei figli” sostenendo al contempo “le battaglie per la parità di genere”. Ela Gandhi ha quindi elogiato il Sudafrica, ricordando che di recente il Paese “ha accordato il congedo di paternità”. La co-presidentessa del Religion for Peace and Trustee ha concluso con un appello: “Spesso i bambini, anche piccoli, passano molto tempo a giocare con il cellulare degli adulti. Così però la loro educazione sarà plasmata dai nuovi media, che non sempre trasmettono valori corretti. Si è così creata una sorta di competizione tra genitori e media e questo deve finire“.

SUOR BOTTANI: “LE VITTIME DI TRATTA NON SI SENTANO MAI PIÙ COLPEVOLI”

“Le donne vittime di tratta o abusi spesso si sentono direttamente responsabili di quanto hanno subito. Ma è sbagliato. I responsabili sono i trafficanti e gli sfruttatori, non le donne. Serve un processo educativo per le donne, per uscire dall’idea della vittimizzazione“. Così all’agenzia Dire suor Gabriella Bottani, coordinatrice internazionale dell’organizzazione Talitha Kum, che da anni si occupa di donne vittime di tratta nel mondo. “Una realtà – prosegue la religiosa – che in un anno ha offerto servizi a 15.500 persone che uscivano dalla tratta e che ha permesso di raggiungere più di 230mila persone in attività di prevenzione. Inoltre al momento è attiva attraverso 53 reti in più di 90 paesi. Talitha Kum è molto estesa e sempre più ci avvaliamo di una leadership di donne cristiane e di diverse fedi o anche di chi non crede, per dire ‘no’ alla tratta”.

Suor Bottani ricorda le parole di una ragazza africana che l’organizzazione ha aiutato di recente: “Mi chiedeva con occhi increduli ‘dove ho sbagliato per finire sfruttata?’, ma penso che questo non debba succedere. Farle sentire resopnsabili e’ una delle grandi confusioni che la tratta crea nelle persone. In realtà, la tratta è una dinamica che si inserisce nei sogni delle persone, che aspirano a un lavoro, a una vita dignitosa lontana dalle guerre conflitto, per avere una vita normale”. Quanto all’Italia, secondo suor Bottani, “con la rete locale abbiamo una relazione molto bella ma sicuramente si può fare di più per contrastare questo fenomeno”.


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