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L’area Euromed attirerà in 3 anni il 54% di investitori in più

Rapporto 'BaroMed 2017', presentato a Roma nel corso dello 'Strategic Growth Forum Mediterranean' organizzato da EY - Ernst and Young Global Limited

Pubblicato:10-02-2017 14:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:53

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ROMA – La zona del Bacino del Mediterraneo allargato si conferma un’area estremamente accattivante per gli investitori, il 45% dei quali si dice interessata a tentare un investimento entro i prossimi tre anni. Questo emerge dal Rapporto ‘BaroMed 2017’, presentato nel pomeriggio di ieri a Roma nel corso della seconda edizione dello ‘Strategic Growth Forum Mediterranean’ organizzato da EY – Ernst and Young Global Limited – che si conclude oggi.

Questa due giorni romana mira a illustrare le opportunità di crescita e lo stato di salute di un’area, quella presa in esame, che comprende l’Europa mediterranea (Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Grecia, Malta e Cipro), il Nord Africa (Algeria, Marocco, Libia, Egitto, e Tunisia), il Medio Oriente (Giordania, Libano, Israele e Siria), Balcani (Albania, Bosnia e Erzegovina, Montenegro e Slovenia), Turchia e anche i Paesi del Golfo (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Kuwait, Oman e Qatar).

Questa regione ospita il 7,7% della popolazione mondiale, contribuisce con il 13.7% al Prodotto interno lordo globale, e tra il 2011 e il 2015 ha generato il 14.4% degli investimenti internazionali, l’equivalente di 771 miliardi di dollari.


I ‘megaprogetti’ sono stati 39, per un valore di 1 miliardo di dollari. Un investimento su otto è risultato in prodotti ad alto contenuto tecnologico.

L’analisi di EY spiega inoltre che i grandi investitori internazionali trovano conveniente puntare nelle infrastrutture (22%), nelle costruzioni e nelle strutture ricettive (19%) e nel manifatturiero (18%), e nelle tecnologie (17%). In particolare, l’Europa mediterranea conquista quello dei servizi finanziari per il 24%, Balcani, Nord Africa e Medio oriente sono considerate accattivanti per quanto riguarda le infrastrutture (rispettivamente col 23%, 26% e 25%). I Paesi del Golfo si aggiudicano naturalmente chi vuole investire nel petrolio e nel gas (31%), mentre l’Europa mediterranea ottiene la maggior parte dei flussi per le tecnologie (23%). In testa al manifatturiero, col 22% e 23%, si collocano Balcani e Turchia, e Nord Africa. In Nord Africa tuttavia, si prevede che nei prossimi tre anni gli investitori aumenteranno del 39%.

“L’importante è affrontare le principali sfide che questo mondo in movimento presenta”, ha detto Donato Iacovone, Mediterranean Managing Partner EY, intervenendo alla conferenza di oggi, il quale ricorda ad esempio la crescita esponenziale dell’istruzione nel mondo arabo, dove “a concludere la scuola primaria sono il 70% in più degli studenti, mentre quella secondaria addirittura il 90%. Un fattore rilevante che non può essere sottovalutato da chi vuole fare business in questi paesi”.

Le sfide individuate da ‘BaroMed 2017’ sono essenzialmente sei: prima di tutto le diseguaglianze economiche. “Il reddito pro capite dei paesi europei della Sponda nord è tre volte quello della Turchia e cinque quello del Nord Africa- ha spiegato Iacovone- è necessario quindi investire nella crescita, facilitando l’accesso al credito”. Le migrazioni poi sono un fenomeno collegato al primo fattore (mancanza di prospettive lavorative) ma anche al secondo, vale a dire l’instabilità politica e l’insicurezza, “che non è propria- ha tenuto a sottolineare Iacovone- solo dei Paesi del Nord Africa, ma anche di altri”.

A seguire, bisogna poi fare i conti con la digitalizzazione, processo richiesto se si vuole restare competitivi sul mercato, l’efficienza energetica, e infine lo sviluppo dei talenti, quindi l’investimento “nelle risorse umane che rappresentano un assett fondamentale di questa vasta regione”. Iacovone invita a non dimenticare il potente trend demografico del Mondo arabo, a fronte dell’invecchiamento della popolazione europea. “Se i capitali e i beni non si muoveranno, lo faranno le persone”, ha concluso, citando una frase di Alberto Alesina, docente della Harvard University.

di Alessandra Fabbretti

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