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Quando si vota? Nel Pd è guerra di documenti: in 13 firmano due proposte opposte

Nella fase concitata che attraversa il Pd, capita anche di sottoscrivere documenti di segno contrario

Pubblicato:10-02-2017 09:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:53

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ROMA  – Voto anticipato si’ o no? Congresso a primavera, in autunno o mai? Nella fase concitata che attraversa il Pd, capita anche di sottoscrivere documenti di segno contrario.

Cosi’ se 41 senatori sottoscrivevano il sostegno al governo Gentiloni, spiegando che “serve un tempo ragionevole per l’elaborazione di una prospettiva, degli obiettivi” ed e’ “compito del governo affrontare e risolvere le emergenze”, 17 colleghi ne firmavano un altro che dice: “Pensiamo si debba tornare a votare appena possibile, con l’approvazione di una legge elettorale omogenea tra Camera e Senato, che tenga insieme governabilita’ e rappresentanza”.

Da una parte l’esigenza di un “tempo ragionevole” per il governo, dall’altra l’esigenza del partito di “votare appena possibile”. Sembrano opposti inconciliabili, ma non per 13 senatori democratici che i documenti li hanno firmati entrambi.


L’impresa, se cosi’ si puo’ dire, riesce a Donatella Albano, Ignazio Angioni, Daniele Borioli, Rosaria Capacchione, Valeria Cardinali, Camilla Fabbri, Elena Ferrara, Elena Fissore, Gianluca Rossi, Gian Carlo Sangalli, Annalisa Silvestro, Salvatore Tomaselli, Stefano Vaccari, i cui nomi figurano sia nel documento diffuso ieri “Sostegno al governo, rilanciare il partito”, sia in un altro di ieri sera, che reca oltre alle loro anche le firme dei senatori Francesco Verducci, Stefano Esposito, Giuseppina Maturani, Magda Zanoni, che non avevano firmato il documento di ieri.  Ma come tenere insieme gli opposti? Trattasi delle ‘convergenze parallele’ care ai cultori della Prima Repubblica? L’arcano si spiega con le logiche interne al Pd, come spiegano fonti Dem.

I due documenti divergono infatti essenzialmente sull’orizzonte temporale che separa dalle urne. Ieri si concedeva al governo un “tempo ragionevole” per lavorare a una serie di questioni impellenti. Oggi si prende atto che il 4 dicembre “ha reso impraticabile il percorso costituente della legislatura” e che dunque bisogna votare “appena possibile”. Col secondo documento, i 17 senatori firmatari, tutti appartenenti all’area politica Rifare l’Italia (noti come ‘I giovani turchi’) superano le divergenze interne e si ricompattano grazie alla flessibilita’ della formula “al voto appena possibile”. Una formula che consente di tenere insieme scadenze diverse: sia il ‘voto il prima possibile’, come vogliono i renziani di stretta osservanza. Sia il ‘voto piu’ tardi se necessario’, come vuole la parte dei Giovani turchi piu’ vicina al ministro Andrea Orlando e altre componenti della stessa maggioranza Pd. Nel mezzo, tra l’oggi e le urne, l’urgenza condivisa dai sottoscrittori di entrambi i documenti di lavorare alla questione sociale. Ed anche l’impellenza di lavorare a una legge elettorale che tenga insieme governabilita’ e rappresentanza. Rispetto al primo, il secondo documento e’ sul punto piu’ specifico e salva esplicitamente l’opzione maggioritaria: “Serve una legge elettorale che premi il partito/lista che prende piu’ voti, assegnando ad esso un premio di maggioranza contenuto ma adeguato a permettergli di essere il perno di un’alleanza di governo tra forze affini e coese e ad impedire il rischio di larghe intese forzose”, scrive.

di Alfonso Raimo, giornalista professionista

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