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Foibe, Mattarella: “Mai più pulizia etnica e odio razziale”

Da "storia e la memoria comune grande aiuto per guardare al futuro e per scacciare dal destino dei nostri figli ogni pulizia etnica e ogni odio razziale"

Pubblicato:10-02-2016 09:19
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:56

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sergio mattarella presidente

ROMA – “Oggi l’Europa è vista come il continente della democrazia, della fratellanza, della libertà, della pace tra i popoli. Per continuare ad esserlo deve superare gli egoismi che frenano il suo progetto e l’illusione che un ritorno ai nazionalismi possa proteggerci dai rischi della globalizzazione”. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del ‘Giorno del Ricordo’.

“Anche in questo caso- prosegue- la storia e la memoria comune possono fornire un grande aiuto per guardare al futuro e per scacciare dal destino dei nostri figli ogni pulizia etnica e ogni odio razziale”. “La nostra identità di Paese democratico ed europeo- dice ancora il capo dello stato- non poteva accettare che pagine importanti delle sua storia fossero strappate, lasciando i nostri concittadini del ‘confine orientale’ in una sorta di abbandono morale. Ristabilire la verità storica e coltivare la memoria sono frutto di un’opera tenace e preziosa, che le associazioni degli esuli e le comunità giuliano-dalmate e istriane hanno contribuito a realizzare“.


La Giornata del Ricordo, sottolinea, “nel rinnovare la memoria delle tragedie e delle sofferenze patite dagli italiani nella provincia di Trieste, in Istria, a Fiume e nelle coste dalmate, è occasione per dare vita a una storia condivisa, per rafforzare la coscienza del nostro popolo, per contribuire alla costruzione di una identità europea consapevole delle tragedie del passato”.

L’abisso della guerra mondiale e le aberrazioni dei sistemi totalitari- continua- sono ora alle nostre spalle, anche se quei segni non possono essere cancellati e deve sempre guidarci la consapevolezza che le conquiste di civiltà vanno continuamente attualizzate. Ricordare non deve favorire il rancore, ma liberare sempre più la speranza di un mondo migliore”.

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