NEWS:

Pietro Marcello: “Con ‘Le vele scarlatte’ abbiamo distrutto il principe azzurro”

Dopo 'Martin Eden' con Luca Marinelli, il regista torna in sala il 12 gennaio con il suo terzo film di finzione

Pubblicato:10-01-2023 18:02
Ultimo aggiornamento:12-01-2023 14:10

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – A due anni da ‘Martin Eden’, Pietro Marcello torna al cinema dal 12 gennaio (distribuito da 01 Distribution) con il suo terzo film di finzione ‘Le vele scarlatte’, presentato in anteprima nella selezione Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes.

La pellicola racconta una fiaba senza tempo ambientata da qualche parte nel nord della Francia. Juliette (Juliette Jouan), giovane orfana di madre, vive con il padre, Raphaël (Raphael Thiery), un soldato sopravvissuto alla Prima Guerra Mondiale. Appassionata di musica e di canto, la ragazza ha uno spirito solitario. Un giorno, lungo la riva di un fiume, incontra una maga che le predice che delle vele scarlatte arriveranno per portarla via dal suo villaggio. Juliette non smette mai di credere nella profezia e nei suoi sogni. Liberamente ispirato all’omonimo romanzo di di Aleksandr Grin (scrittore russo pacifista del XX secolo), il film di Marcello è un racconto popolare, musicale e storico, al confine con il realismo magico.

Sì una favola, ma ben radicata alla realtà. Tra musical e melodramma, la protagonista è la ‘principessa’ della storia che non ha bisogno di essere salvata da un uomo. Qui si spezza l’incantesimo del principe azzurro per farne una fiaba attualissima. “Le donne hanno le idee molto chiare, sono gli uomini che non sanno dove mettersi. È la loro condizione moderna, sono più confusi e fragili. Ne ‘Le vele scarlatte’ abbiamo distrutto la figura del principe azzurro, chi ci crede più. La nostra Juliette affronta il suo destino da sola, non ha bisogno di una figura maschile al posto di suo padre“, ha detto Pietro Marcello all’agenzia Dire.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it