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Tg Ambiente, edizione del 10 gennaio 2023

Si parla di italiani e tutela pianeta, clima 'bollente' e spreco cibo

Pubblicato:10-01-2023 16:34
Ultimo aggiornamento:10-01-2023 16:34

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DUE ITALIANI SU TRE HANNO CAMBIATO ABITUDINI PER PROTEGGERE IL PIANETA

Per più di un italiano su tre il cambiamento climatico rappresenta una delle più importanti minacce da affrontare nell’immediato. E ben 7 italiani su 10 ritengono appropriata la preoccupazione di essere testimoni della “più grande crisi climatica ed ecologica della storia”. È quanto emerge dalla ricerca “Il Cittadino consapevole: Comportamenti sostenibili per guidare strategie innovative a sostegno di una rapida transizione ecologica”, il primo report del nuovo Osservatorio Deloitte sui trend di sostenibilità e d’innovazione. La maggiore consapevolezza dei cittadini impone anche alle aziende di trasformare i propri modelli operativi e di business, favorendo l’adozione di un approccio ‘green-by-design’ che garantisca la trasformazione dei processi aziendali in ottica ecosostenibile e il soddisfacimento dei bisogni e dei desideri sempre più ‘green’ della popolazione. Per fare questo le aziende dovranno investire dunque sia nell’innovazione di prodotto, sia in quella di processo. “Il livello di consapevolezza delle persone sui temi del cambiamento climatico e i relativi effetti sulla società e sull’economia- afferma Andrea Poggi, Innovation Leader di Deloitte NSE- è sempre più elevato, così come il desiderio di trovare un rimedio a questa situazione. Per questo abbiamo lanciato un nuovo Osservatorio che si pone l’obiettivo di monitorare il sentiment e le opinioni della popolazione italiana sul tema della sostenibilità dell’innovazione”.

FINE ANNO CON +1,15 GRADI IN ITALIA, CLIMA MAI COSI’ BOLLENTE NEL 2022

Il caldo anomalo registrato verso la fine del 2022 ha fatto seguito ad un anno che si classifica ora ufficialmente come il più bollente mai registrato prima in Italia, con una temperatura media superiore di 1,15 gradi e la caduta del 30% di precipitazioni in meno, rispetto alla media storica del periodo 1991-2020. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla banca dati aggiornata Isac Cnr che rileva le temperature dal 1800. L’anomalia climatica è stata piu’ evidente nel nord Italia dove la temperatura è stata superiore addirittura di 1,37 gradi la media mentre il deficit idrico è stato del 40% con pesanti effetti sull’ambiente, sull’agricoltura ma anche sul turismo della neve e sullo smog nelle città. Gli effetti sono evidenti anche nel 2023, segnala la Coldiretti, “con i grandi laghi che hanno ora percentuali di riempimento che vanno dal 17% di quello di Como al 24% del Maggiore fino al 34% del lago di Garda. Mentre il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -2,9 metri e si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell`arco alpino ed appenninico”.

OGNI ANNO SI SPRECA OLTRE UN TERZO DEGLI ALIMENTI

Ogni anno si spreca il 36% del cibo prodotto a livello globale per il consumo umano. Nei Paesi più industrializzati, come l’Italia, si tratta per il 78% di alimenti gettati via dai consumatori e per il 22% di scarti del processo di produzione e di trasporto. A lanciare l’allarme è la World Organization for International Relations, organizzazione fondata nel 1978 per preservare la pace e l’armonia nel mondo. “Si tratta di una questione etica, ma lo sperpero di cibo porta anche ad un ingente danno economico e ad un irreparabile danno ambientale che innesca un effetto domino capace di produrre carestie ed eventi climatici estremi” sottolinea Alejandro Gastón Jantus Lordi de Sobremonte, Presidente e Segretario Generale della World Organization for International Relations. A livello globale, lo spreco alimentare è infatti responsabile di 5 miliardi di tonnellate di gas serra emessi in atmosfera e di un consumo di acqua pari a circa 200 miliardi di metri cubi. “Non possiamo e non dobbiamo permettere che questo possa accadere nuovamente: dobbiamo agire subito per evitare perdite umane irragionevoli” commenta Viola Lala, press officer della World Organization for International Relations


TERRA FUOCHI, -80% ROGHI NEL 2022 RISPETTO A 3 ANNI PRECEDENTI

Sono 1.049 – dei quali 873 in provincia di Napoli e 176 in provincia di Caserta – i roghi che si sono verificati in Campania nel 2022. Secondo il report dell’incaricato per il contrasto al fenomeno dei roghi di rifiuti, gli eventi si sono ridotti dell’80% rispetto alla media dei tre anni precedenti. Nel report viene evidenziato come la riduzione del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania si debba quasi esclusivamente alle attività di contrasto. Continuano infatti gli abbandoni di rifiuti nel territorio e permane la carenza di impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Basti ricordare, ad esempio, che la Campania è la regione italiana ed europea con il più alto tonnellaggio di rifiuti esportati verso altre destinazioni. Resta poi elevato il tasso di evasione della Tari, peraltro attestata nella Terra dei fuochi sui valori più cari a livello nazionale, e la presenza di attività imprenditoriali che lavorano al nero o che comunque trovano preferibile conferire i propri rifiuti di lavorazione attraverso i più economici circuiti illegali.

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