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Catherine Deneuve e le altre: “Difendiamo il diritto alle molestie: servono alla libertà sessuale”

Cento donne hanno inviato una lettera aperta al quotidiano francese Le Monde. E difendono gli uomini

Pubblicato:10-01-2018 08:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:20

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ROMA – Cento donne hanno inviato una lettera aperta al quotidiano francese Le Monde. Tra loro anche la diva del cinema Catherine Deneuve. Il tema? Le molestie sessuali, che, dopo lo smascheramento del mostro di Hollywood Harvey Weinstein, tengono banco in tutto il mondo.

La posizione delle francesi, però, è nettamente diversa rispetto a quella che, oltreoceano, sta coalizzando le attrici e le donne contro machismo e sessismo.

Deneuve e compagne, in piena controtendenza, difendono anzi comportamenti al limite della molestia. Di più: se la prendono con il movimento #metoo, che, attraverso i social, ha dato voce alle donna abusate di tutto il mondo.


 

 

“#metoo ha comportato sulla stampa e sui social una campagna di delazione e di accusa pubblica verso alcuni individui, che, senza avere la possibilità di rispondere e difendersi, sono stati trattati come aggressori sessuali. Questa giustizia spicciola– scrivono- ha già delle vittime: sono gli uomini sanzionati nell’esercizio del loro mestiere, costretti alle dimissioni, quando non hanno per torto che di aver toccato un ginocchio, provato a rubare un bacio, parlato di cose intime durante una cena professionale o di aver inviato dei messaggi a sfondo sessuale a una donna con cui l’attrazione non era reciproca”.

E quindi? Questo atteggiamento, scrivono ancora le cento, avrebbe contribuito alla causa “dei nemici della libertà, degli estremisti religiosi e dei peggiori reazionari”.

Di fatto, sostengono in sintesi, la libertà di importunare sarebbe propedeutica alla libertà sessuale. Non solo. La caccia alle streghe seguita all’affaire Weinstein sarebbe in realtà contro le donne, viste come vittime e “piccole povere cose che subiscono  l’azione di demoni fallocrati”, costrette a parlare di questi temi altrimenti bollate come traditrici o complici. Facile immaginare il vespaio di polemiche che la missiva ha generato.

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