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Ondata di gelo, anche nelle Oasi Wwf gli animali fanno i conti col ghiaccio/FOTO

Nell'oasi di Lecce, dove non cadeva così tanta neve dal 1957, il Wwf si è mobilitato per fornire cibo a pettirossi e altri piccoli volatili

Pubblicato:10-01-2017 17:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:47

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Oasi Pantano del Pignola in Basilicata @Remo Bartolomei

ROMA – L’ondata di gelo che ha attraversato l’Italia ha creato uno scenario in molti casi insolito per le riserve del Wwf, che da nord a sud si sono trovate a fare i conti con neve, ghiaccio e freddo polare. Laghi gelati nell’Oasi Vasche di Maccarese nel Lazio dove volpoche e avocette pattinano letteralmente sul ghiaccio. Accade anche nello specchio d’acqua ghiacciato dell’Oasi Pantano del Pignola in Basilicata- sostiene una nota del Wwf- dove gli uccelli, soprattutto folaghe insieme a una coppia di cigni, si sono radunati nella parte centrale del lago ancora libera. A nord, nell’oasi di Valle Averto, i laghi ghiacciati hanno spinto gli uccelli a spostarsi in altre aree, lo stesso è accaduto nel Lago di Alviano sul fiume Tevere e nell’Oasi di Ripabianca di Jesi nelle Marche.

Nella Riserva naturale di Guardiaregia – Campochiaro, comprensorio del Matese molisano, l’area montana è sommersa da un metro di neve, un evento comunque non insolito. Anche l’Oasi degli Astroni, nei Campi Flegrei, mostra un insolito bosco innevato. Nel leccese la forte ondata di gelo ha colpito anche l’Oasi delle Cesine: le forti nevicate nella regione hanno reso suggestivo il paesaggio creando però qualche disagio. L’ultima nevicata di queste proporzioni si è verificata nel 1957, ma quella di questi giorni, sia per durata che per quantità, è sicuramente più importante con punte di neve alta fino a 25 centimetri. Qui il Wwf si è attivato subito per venire incontro alle difficoltà che interessano prevalentemente i piccoli passeriformi, come cince, passeri, pettirossi, depositando su davanzali coperti mix di granaglie insieme a pezzetti di frutta. Messa in sicurezza anche delle api con protezioni per ogni arnia. Nelle paludi invece nessun disagio particolare per gli animali che in questo periodo sono numerosi. In queste condizioni meteo, infatti, la fauna si muove in cerca di luoghi più accoglienti e nello spostarsi lascia ‘segni’ del suo passaggio.

Lago di Alviano (Terni) @Alessio Capoccia

“Le temperature polari dell’inverno dovrebbero essere la norma, non l’eccezione- dichiara Antonio Canu, presidente di Wwf Oasi – ma in alcune zone, a volte forse sopraffatte dall’improvviso mutamento meteo, il fatto viene vissuto come straordinario. Certamente si stanno verificando fenomeni locali non frequenti. In natura comunque freddo e neve fanno parte del ciclo naturale e in tal senso le specie animali e vegetali si sono adattate ad affrontarli. Se in certe condizioni si verifica un impatto sugli animali ciò è dovuto al fatto che le condizioni naturali sono state in qualche modo alterate dall’uomo. In generale nelle Oasi si interviene quando è necessario per trattenere quegli animali che in cerca di cibo, potrebbero spostarsi in altre aree non protette o peggio, finire sotto i colpi dei cacciatori”.


(Le foto sono tratte dal sito web del Wwf)

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