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Disturbare i cacciatori costerà caro, fino a 3.600 euro. Oggi la proposta di Fdi in Consiglio

Oggi il Consiglio del Veneto ha discusso la proposta di legge di Sergio Berlato per sanzionare chi vorrà impedire caccia e pesca

Pubblicato:10-01-2017 16:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:46

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Sergio Berlato

VENEZIA – La legge proposta dal consigliere regionale Sergio Berlato (Fdi) contro chi disturba le attività di caccia non introduce sanzioni per “coloro che vivono la natura in pace e serenità, escursionisti, bikers, agricoltori, boscaioli, bambini che corrono in un prato o che giocano vociando tra gli alberi” e molti altri, ma solo per chi “intenzionalmente vorrà impedire l’esercizio di attività lecite quali la caccia e la pesca“. Lo chiarisce lo stesso Berlato, oggi in conferenza stampa a Palazzo Ferro Fini, durante la pausa dei lavori consiliari che prevedono proprio la discussione del suo Progetto di legge 182. Non è quindi vero quanto sostenuto dagli esponenti di opposizione, spiega Berlato, che “strumentalizzano la norma, dicendo che sarà applicata indistintamente nei confronti di chi va a divertirsi tra i prati“.

NEL MIRINO DELLA LEGGE SOLO I ‘DISTURBATORI’ DI PROFESSIONE

Basta leggere la norma, continua Berlato, che è presidente della commissione regionale Agricoltura, caccia e pesca che ha licenziato la legge con il voto coeso della maggioranza, l’astensione del Pd e il no dei pentastellati, permettendole di arrivare in Consiglio. “C’è scritto chiaramente che è solo chi disturba intenzionalmente ad essere sanzionato” ed il potere di sanzionare sarà affidato alla Polizia, che stabilirà quindi caso per caso se si tratta di un disturbo intenzionale o meno. L’obiettivo, infatti, è bloccare i criminali che agiscono in gruppo e individuano soggetti isolati, cacciatori o pescatori spesso anziani, e li aggrediscono“, continua il presidente, evidenziando che lui stesso ha ricevuto “minacce di morte via social network”, ed anche una sua epigrafe recapitata via posta direttamente a casa. “Alcuni dei soggetti che vogliamo colpire fanno parte di associazioni internazionali come la Alf (Animal liberation front) che si sono macchiate di crimini e hanno anche ammazzato gente”, e “ogni volta che succede un incidente e muore un cacciatore questi brindano”, evidenzia Berlato.

Ma proprio sulla questione degli incidenti è intervenuto questa mattina in aula in consigliere pentastellato Simone Scarabel, chiedendo di ritirare il Pdl 182 e pensare invece “a misure per evitare incidenti di caccia”, come una app che segnali quando un civile entra nel raggio d’azione delle armi di un cacciatore. Una legge analoga a quella che si sta discutendo ora in Veneto è già in vigore in Lombardia e in Liguria, afferma però Berlato, ed in Francia c’è addirittura una legge statale che prevede sanzioni penali. In Italia, invece, le sanzioni penali ci sarebbero, ma i processi sono talmente lunghi che non c’è alcuna certezza di pena. Per questo il Pdl 182 introduce sanzioni amministrative “che sono certe, non arrivano fra dieci anni e non intasano i tribunali”, spiega Berlato. Ma le sanzioni sono sproporzionate, ha sostenuto il democratico Andrea Zanoni questa mattina in Consiglio. Perché “un cacciatore che spara troppo vicino a una strada o ad un’abitazione paga una multa compresa tra i 200 ed i 600 euro, mentre chi per sbaglio disturba la caccia deve pagare dai 600 ai 3.600 euro“. Senza contare che la multa viene comminata anche a chi si trova all’interno della sua proprietà, ha continuato Zanoni. E non basta “che in Italia abbiamo l’unica eccezione alla proprietà privata in Europa, per cui un proprietario terriero può mandare via chiunque dalla sua proprietà tranne un cacciatore armato”, ora se uno fa confusione in casa sua il cacciatore che si sente disturbato lo può far multare.


DALLA NORMA ESCLUSI GLI AGRICOLTORI AL LAVORO

“La norma esclude dalle sanzioni gli agricoltori che devono lavorare”, precisa Berlato, ribadendo che le punizioni sono solo per chi “disturba intenzionalmente”. Anche perché “caccia e pesca sono attività lecite, per esercitarle bisogna essere in regola con le tasse di concessione”, che constano di “174 euro di tassa di concessione governativa, 84 euro per la concessione regionale, più le quote di accesso agli ambiti e ai comprensori che vanno dai 100 ai 300 euro”. L’attività quindi è normata e non c’è alcun motivo per cui chi è in regola non la debba praticare e non debba essere tutelato mentre la pratica. E per quanto riguarda le accuse mosse da Zanoni, secondo cui Berlato tiene “in ostaggio la maggioranza” imponendo di discutere sempre di caccia? Per quello “basta analizzare le statistiche”, risponde Berlato. Dei 113 provvedimenti approvati dalla commissione da lui presieduta, solo otto, ovvero il 7%, riguardano caccia e pesca in senso stretto. Gli altri si dividono tra agricoltura (27), bonifiche (19), cultura (20), turismo (12) e altri campi. Ma, intanto, “oggi si tiene la prima seduta consiliare del 2017 e siamo ancora qui che parliamo di caccia“, ha affermato Zanoni, a cui ha fatto eco il dem Piero Ruzzante. “Leggetevi la mail che ci ha inviato Berlato per spiegarci il problema del disturbo venatorio” ha affermato Ruzzante, secondo cui “gli esempi portati sono casi vecchissimi, tutti avvenuti fuori dalla nostra Regione”. La mail è “la dimostrazione che il fenomeno non esiste“, e l’obiettivo della legge “non è risolvere i problemi dei cacciatori ma dare visibilità a Berlato”, ha concluso il democratico, definendo il Pdl 182 una “legge anti libertà”.

di Fabrizio Tommasini, giornalista

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