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Padova, tredicenne tolto alla madre perché “troppo effeminato”. Lo psicoterapeuta: “Un errore”

"Allontanare il figlio di 13 anni dalla madre è una soluzione disperata ma non risolutiva"

Pubblicato:10-01-2017 14:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:46

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ROMA  – Un tredicenne di Padova è stato tolto alla madre dal Tribunale dei Minori di Venezia “perché i servizi sociali sostengono che i suoi atteggiamenti effeminati sono addebitabili alla mamma e alle sorelle, visto che le sue figure di riferimento sono solo femminili”. A sostenerlo l’avvocato della madre, Francesco Miraglia sul Mattino di Padova che ha dato la notizia.

LO PSICOTERAPEUTA: UN ERRORE ALLONTANARE IL FIGLIO

“Allontanare il figlio di 13 anni dalla madre è una soluzione disperata ma non risolutiva”. Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttore dell’Ido, è intervenuto così sulla vicenda del 13enne di Padova tolto ai genitori dal Tribunale dei Minori di Venezia “per i suoi atteggiamenti effeminati”. Lo studente aveva avuto già problemi con il padre, denunciato per abusi sessuali dalla mamma del bambino, ma il processo si era concluso con una assoluzione per insufficienza di prove. “Anche se nella sentenza – precisa il legale della madre al Mattino di Padova che ha riportato la notizia – si legge che non si ha motivo di dubitare dei fatti raccontanti dal bambino”.

Nella relazione dei servizi sociali, tra le altre cose, si parlava del suo mondo affettivo che “risultava legato quasi esclusivamente a figure femminili e la relazione con la madre appariva connotata da aspetti di dipendenza“. Per Castelbianco la prima proposta sensata “è di far seguire il bambino in terapia. Non per la presunta omosessualità ma per il disagio psichico che presenta, e far seguire anche la madre nel supporto genitoriale. I comportamenti sono derivati da una esperienza con il padre negativa” e a prescindere dal fatto che, “seppur oggi non si può accertarlo”, va detto che “il bambino ha indicato storie riguardanti abusi sessuali da parte del padre” che comportano un “suo vissuto passivo al femminile”. Per lo psicoterapeuta “questo è il primo aspetto da affrontare, in quanto la dipendenza registrata dal figlio nei confronti della madre è consequenziale. Di massima accade spesso quando il padre viene allontanato, sia quando il figlio identifica il padre come un assalitore, in questo caso addirittura abusante, e pertanto la madre diventa l’unico riferimento adulto. Quindi è ovvio che di determini una forte dipendenza“.


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