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FIRENZE – Un forte boato è stato sentito intorno alle 10.20 fra Prato e Firenze, è la conseguenza di un’esplosione con incendio che si è sviluppato a Calenzano in uno stabilimento dell’Eni.
A quel che si apprende l’incendio sarebbe divampato alle 10.20 di stamani a seguito della fuoriuscita di carburante da un’autocisterna. “Allo stato attuale si parla di 2 morti, 3 dispersi, 9 feriti“, dice il presidente della Regione Eugenio Giani, durante un sopralluogo allo stabilimento. “Non ci sono stati contatti col deposito dei carburanti- precisa Giani- tutto è avvenuto nell’operazione di carico delle autocisterne. Sono rimasti intatti tutti i depositi, altrimenti sarebbe stato ancora più drammatico l’esito di questa esplosione“. A chi gli chiede se sono da temere conseguenze per la qualità dell’aria, il governatore specifica: “Non porto la mascherina nonostante l’abbia qui in tasca, perché mi è stato assicurato allo stato attuale che la situazione tende a essere normale”.
Il Comune di Calenzano raccomanda ai cittadini di “rimanere in casa con le finestre chiuse, limitare gli spostamenti e le attività all’aperto”. È quanto spiega l’amministrazione comunale che annuncia la proclamazione di due giorni di lutto cittadino per oggi e domani, a seguito del tragico incidente al deposito Eni che ha causato fino a questo momento 2 morti, 3 dispersi e 9 feriti. Tutti gli eventi in programma sul territorio sono sospesi. “In accordo con la prefettura e l’unità di crisi si dà indicazione alle aziende con sede all’interno dell’area interessata dall’incidente di terminare il turno in corso e non attivare il turno pomeridiano- precisa ancora l’amministrazione- il palazzetto dello sport e la piscina comunale resteranno chiusi oggi e domani”.
“Sono brutte le notizie che giungono dalla Toscana – dichiara il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci. “La macchina dei soccorsi è partita immediatamente e abbiamo attivato l’allertamento invitando le persone del luogo a restare al chiuso, in attesa di conoscere se e quali effetti abbiano prodotto le sostanze tossiche. Sono in costante contatto con il capo Dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, per seguire l’evolversi della situazione. Esprimo il mio cordoglio alle famiglie delle vittime e mi stringo ai feriti e ai loro cari, confidando in una pronta ripresa”.
Secondo Giani “i vigili del fuoco hanno domato le fiamme in modo da evitare la propagazione ai depositi vicini. In merito all’esplosione dello stabilimento di Calenzano, i tecnici della nostra Agenzia regionale per la protezione ambientale sono sul posto per valutare le potenziali ricadute degli inquinanti, inclusi eventuali effetti sui corsi d’acqua”. “L’incendio è stato contenuto rapidamente- aggiunge- e la colonna di fumo si è alzata notevolmente a causa della differenza di temperatura tra i fumi e l’atmosfera”.
“Eni conferma che questa mattina è divampato un incendio presso il deposito di carburanti a Calenzano (Firenze) e che i vigili del fuoco stanno operando per domare le fiamme che sono confinate alla zona pensiline di carico e non interessano in alcun modo il parco serbatoi. Sono in corso di immediata verifica gli impatti e le cause. Seguiranno aggiornamenti”, è quanto fa sapere, in una nota dell’Eni.
Contraccolpi sul traffico veicolare e sulla circolazione dei treni. Lo svincolo dell’A1 a Calenzano è stato chiuso in entrambe le direzioni e poi riaperto. Resta sempre sospesa la linea ferroviaria sulla tratta Firenze-Prato sulla quale sono attivi, comunque, bus sostitutivi. Il governatore invita comunque a “evitare spostamenti nella zona dello stabilimento di Calenzano se non per necessità”.
L’ALLARME AMBIENTALE
La nube di fumo nero sprigionata in seguito all’incendio verificatosi questa mattina presso il deposito della raffineria Eni a Settimello, nel comune di Calenzano, è “potenzialmente pericolosa per la salute umana e per l’ambiente”. Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) che ricorda come incendi di questo tipo “possano liberare nell’aria sostanze tossiche con effetti acuti e cronici sull’uomo”.
Tra le principali sostanze che “possono rappresentare un rischio per la salute troviamo il Monossido di Carbonio (CO), gas inodore e tossico che interferisce con il trasporto di ossigeno nel sangue, causando vertigini, nausea e, in alte concentrazioni, danni neurologici o fatali; Diossine e Furani (PCDD/Fs), con effetti cancerogeni, alterazioni del sistema endocrino e immunitario, Policlorobifenili (PCB) e IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), composti cancerogeni che si sprigionano durante combustioni incomplete e possono provocare danni cellulari e tumorali, Particolato Fine (PM10 e PM2.5), particelle ultrafini in grado di penetrare nei polmoni e nel circolo sanguigno, aggravando patologie respiratorie e cardiovascolari, con un impatto significativo su anziani, bambini e individui vulnerabili, Composti Organici Volatili (COV), tra cui il Benzene, responsabile di leucemie e disturbi al sistema nervoso”.
La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) ricorda anche gli impatti ambientali di simili incidenti.
“Gli incendi in raffinerie rilasciano sostanze inquinanti che contaminano l’aria, il suolo e le acque- spiega il presidente Alessandro Miani- le nubi nere sono composte da particolato, gas tossici e metalli pesanti, che si disperdono rapidamente e possono ricadere su un’ampia area circostante, con contaminazione del suolo e dei terreni agricoli, compromettendo la sicurezza alimentare, e inquinamento delle acque, con le particelle e le sostanze tossiche che possono raggiungere le falde acquifere e corsi d’acqua, danneggiando l’ecosistema e l’approvvigionamento idrico”.
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