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Sanzioni dell’Ue nella Repubblica democratica del Congo, c’è anche un uomo d’affari belga

Ha tratto vantaggio per i suoi affari dal conflitto in corso. Misure restrittive anche verso un ex ministro e un portavoce dellM23

Pubblicato:09-12-2022 17:31
Ultimo aggiornamento:09-12-2022 17:32
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ROMA – Ci sono anche un uomo d’affari e commerciante d’oro belga, un ex ministro e attuale deputato e un portavoce della milizia M23 fra le otto persone che l’Unione Europea ha sottoposto a sanzioni in relazione alla situazione di conflitto che si verifica nelle province orientali della Repubblica democratica del Congo e alle violazioni dei diritti umani che avvengono in questo contesto. Lo si apprende da comunicazioni ufficiali del Consiglio Ue.

Rispetto alla situazione nel Congo, dal 2016 a oggi le istituzioni europee hanno emesso misure restrittive all’indirizzo di 17 persone. Stando a quanto riporta il Consiglio sul suo sito, i provvedimenti sono stati adottati in risposta a violazioni dei diritti umani, ostruzione al processo elettorale e ora anche in relazione ad atti che mirino ad alimentare il conflitto che da decenni interessa l’est del Paese africano e in modo particolare le province del Nord e del Sud Kivu e dell’Ituri. Queste azioni vengono intraprese dall’Unione “come parte di un approccio integrato volto a sostenere gli sforzi delle autorità congolesi per instaurare una pace duratura e stabilizzare la parte orientale del Paese”.

‘Gravi violazioni dei diritti umani’

Le otto persone colpite dalla misura sono accusate nello specifico di essere “responsabili di gravi violazioni e abusi dei diritti umani e del mantenimento del conflitto armato” o di aver “istigato alla violenza strumentalizzando la guerra e impegnandosi nello sfruttamento e nel commercio illeciti delle risorse naturali” di cui è ricco il Congo orientale.


Fra i destinatari delle misure, che comprendono “il divieto di ingresso nel territorio dell’Ue, il congelamento dei beni e il divieto per i cittadini europei di mettere risorse a disposizione delle persone interessate”, anche Alain François Viviane Goetz, uomo d’affari belga ed ex direttore dell’African Gold Refinery, registrata in Uganda. Questa impresa, secondo l’Ue, ha “ricevuto, acquistato, raffinato e commercializzato oro illegale proveniente da miniere controllate da gruppi armati non governativi”, permettendo a Goetz di “trarre vantaggio dal conflitto armato”. Il commerciante belga è oggetto di misure restrittive anche da parte degli Stati Uniti.

L’ex ministro Bitakwira

Sottoposto a sanzione anche Justin Bitakwira, ex ministro dello Sviluppo rurale e deputato della Union pour la nation congolaise (Unc), accusato di aver “ripetutamente incitato alla violenza e incoraggiato la discriminazione e l’ostilità nei confronti della comunità dei Banyamulenge“, come sono noti gli esponenti della comunità tutsi che vivono nel Congo orientale, “che è stata presa di mira e attaccata da gruppi armati”.

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I soggetti penalizzati dall’Ue sono anche un alto funzionario dell’esercito e cinque appartenenti a cinque diverse milizie armate delle maggiori fra quelli attive nell’est del Congo. Fra loro anche Willy Ngoma, portavoce della milizia M23 da alcuni mesi protagonista di un’offensiva contrastata dalle forze armate congolesi di concerto con un contingente regionale.

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