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Pd: “Nella manovra del governo la Sardegna non esiste”

Meloni e Lai: "Mezzogiorno e isole penalizzati, ora occorre modificarla". Pronti emendamenti su energia, insularità, Einstein Telescope e ferrovie.

Pubblicato:09-12-2022 16:59
Ultimo aggiornamento:09-12-2022 16:59
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CAGLIARI – Sulla manovra del governo Meloni i parlamentari sardi del Pd -pur giudicandola molto negativamente, anche perché nella prima stesura del testo la parola “Sardegna” non comparirebbe neanche una volta– non andranno (per ora) allo scontro. Avranno invece un atteggiamento propositivo per migliorarla, in particolare sui temi fondamentali per lo sviluppo dell’isola, confidando nell’appoggio dei parlamentari di altre forze politiche. Questa, in estrema sintesi, la posizione dei dem sardi, illustrata stamane in una conferenza stampa convocata dal senatore Marco Meloni e dal deputato Silvio Lai, nella sede del partito di Cagliari. Incontro con i giornalisti che è servito in particolare per illustrare gli emendamenti del Pd sardo alla legge di bilancio -“non conflittuali”, hanno rimarcato Meloni e Lai- che proveranno a “dirottare” nell’isola parte delle risorse a disposizione del Parlamento per l’inserimento di proposte correttive. Emendamenti che riguardano in particolare il tema dell’energia, il progetto dell’Einstein Telescope nel Nuorese, il principio dell’insularità, la questione delle linee ferroviarie -con l’inserimento della Nuoro-Macomer nella rete nazionale- e il problema della carenza dei segretari comunali nei piccoli Comuni.
Il giudizio sulla legge di bilancio “è assolutamente negativo- rimarca Meloni in apertura di conferenza- è una manovra di cortissimo respiro. Basti pensare che la maggior parte delle risorse sono destinate a interventi di sostegno a famiglie e imprese alle prese con il caro energia, ma è un impegno che durerà solo fino al primo trimestre del 2023. Una manovra finanziaria dovrebbe avere una prospettiva di crescita, e non c’è”.
La scorsa settimana, ricorda Meloni, “insieme al segretario Enrico Letta e ai capigruppo in commissione Bilancio, ho incontrato i sindacati e Confindustria, e il giudizio è stato unanime: non so chi sia stato più duro nel ribadire che con questa manovra il Paese non cresce. Le misure del governo consistono in sostanza nel fare cassa per poi fare ‘doni’. E si fa cassa sui pensionati -verranno tolti 10 miliardi- mentre 5 miliardi sono sottratti alla lotta alle povertà. In generale, è una legge di bilancio che non prevede l’esistenza del Mezzogiorno e delle isole”.
A Lai invece il compito di illustrare gli emendamenti, con il componente della commissione Bilancio che in premessa rimarca il parere negativo sulla manovra: “Nella prima versione della finanziaria non è mai citata la Sardegna, basta questo dato per esprimere un giudizio. In generale è una legge che ‘incurva’ il Paese: toglie le risorse al Mezzogiorno e lo fa consciamente”. Per quanto riguarda le modifiche, “i tre interventi principali riguardano l’attuazione del principio dell’insularità, il tema dell’energia e il progetto dell’Einstein Telescope- spiega Lai-. Nel primo caso, l’emendamento prevede l’istituzione di un ‘Fondo nazionale per il contrasto agli svantaggi derivanti da insularità’, con una dotazione di 100 milioni di euro. Al netto del riconoscimento in Costituzione, ora occorre attuare concitatamente il principio”.
Sull’energia, prosegue il deputato, “abbiamo individuato come la prosecuzione degli ‘sconti’ attribuiti alle aziende energivore e cittadini, divida nettamente il Paese tra chi ha il metano, e chi invece non ce l’ha, come la Sardegna. Noi subiamo una differenziazione inaccettabile, e per questo abbiamo preparato due emendamenti che permetterebbero anche alle aziende e alle famiglie isolane di ottenere degli aiuti sull’energia. Tra l’altro è una norma che non costerebbe più di 20 milioni di euro, in un fondo che vale 4,4 miliardi di euro”.
Terzo punto l’Einstein Telescope, il progetto per la costruzione di un osservatorio delle onde gravitazionali, per il quale gli emendamenti dem prevedono l’istituzione, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, di una unità di missione “finalizzata alla gestione operativa della candidatura italiana”. Serve, rimarca Lai, “un’azione nazionale, questa è una grande struttura di ricerca italiana, prima che sarda. Se dobbiamo confrontare il nostro progetto con quello analogo che stanno facendo in Olanda -supportato tra l’altro dal governo tedesco- non si va da nessuna parte da soli. Questo progetto non può passare attraverso l’azione di un sindaco o del presidente della Regione, ma direttamente attraverso la premier Giorgia Meloni: la presidente del Consiglio deve prendersi la responsabilità di trattare con la Germania, all’interno dell’Unione europea, se questa grande ricerca di ricerca si deve fare in Olanda o nel nostro Paese”.

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