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Macché Berlusconi al Quirinale, se va bene (forse) senatore a vita

L'editoriale del direttore dell'agenzia Dire, Nicola Perrone

Pubblicato:09-12-2021 18:52
Ultimo aggiornamento:09-12-2021 19:13

silvio_berlusconi
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ROMA – Un giro di telefonate ‘trasversali’ con i parlamentari e non ce n’è uno che vede Silvio Berlusconi nuovo Capo dello Stato. Vero che il Cavaliere ci crede, è in campo operoso, e che dalle sue parti è un continuo affannarsi a non deluderlo, a fargli propaganda, ma la partita è chiusa. “Magari Berlusconi riuscirà a strappare per lui la nomina a Senatore a vita, per così rientrare a pieno titolo in Parlamento. Il Cavaliere si è rimesso al centro del gioco politico, con Meloni e Salvini al momento costretti a guardare, quindi potrebbe davvero giocare un ruolo centrale nella ricerca dell’accordo ampio a cui tutti dicono di voler tendere”.

Accordo ampio che, dice il borsino delle quotazioni, vede sempre Mario Draghi in pole position. Da più parti, per stoppare la corsa di Draghi, si fa riferimento al rischio di crisi di Governo con conseguenti elezioni anticipate. Ma nessuno ci crede, perché la stragrande maggioranza dei parlamentari non ne vuol sapere. Fino all’ultimo si cercherà di ‘cristallizzare’ la situazione, chiedendo al presidente uscente di restare.

Vero che Mattarella ha più volte fatto capire la sua contrarietà, ma è altrettanto vero, forse di più, quello che nessuno può mettere in discussione: Costituzione alla mano, decide il Parlamento. E non si venga a dire che in questo modo si commissaria la politica, anzi, così facendo si dà tempo al Governo e alle forze politiche di maggioranza di portare a termine il compito di salvare il Paese dall’epidemia e dalla crisi economica, di fare una nuova legge elettorale e di riformare i regolamenti per adattarli al nuovo Parlamento di 600 eletti.


Con Draghi al Quirinale la ‘crisi’ sarebbe lampo, con la possibilità di nominare premier l’attuale ministro dell’Economia, Daniele Franco, per arrivare a fine legislatura. Toccherebbe a lui proseguire e portare a conclusione il lavoro che già sta facendo per garantire all’Italia i fondi europei necessari a salvarci dal crollo. E oggi il ministro Franco di questo ha parlato: “Uno degli approcci nuovi del Piano nazionale di ripresa e resilienza è quello di intervenire sulla misurazione dei risultati in base a parametri, a obiettivi qualitativi e quantitativi – ha detto Franco – i pagamenti che otterremo dalla Commissione europea sono subordinati a questi obiettivi, i cosiddetti target e milestones (pianificazione e gestione di progetti complessi, ndr). Sapete che per la fine dell’anno dobbiamo raggiungerne 51, e noi siamo arrivati in questo momento a 38, contiamo nei prossimi giorni di chiudere con tutti gli obiettivi” ha sottolineato il ministro dell’Economia intervenendo all’evento ‘Uniamo l’Italia’ organizzato dalla ministra per il Sud, Mara Carfagna.

Per quanto riguarda il dibattito politico, oggi il segretario del Pd, Enrico Letta, è tornato a ribadire che “in una situazione emergenziale sarebbe bene che il presidente o la presidente venisse eletto con un largo consenso, se ci fosse anche l’opposizione (Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, ndr) sarebbe una cosa molto positiva”. Ma è nel Pd che Letta dovrà risolvere alcuni problemi, primo fra tutti quale candidato per il Collegio 1 di Roma proposto dal segretario Dem a Giuseppe Conte e da questi rifiutato; quale nuova legge elettorale.

Per quanto riguarda il Collegio 1 la palla è tornata nelle mani del Pd di Roma e quasi tutti dentro il partito danno per certa l’indicazione di Enrico Gasbarra con l’accordo, aggiunge qualche malizioso “che alle prossime elezioni politiche in quel Collegio ci sarà Nicola Zingaretti”. Più complicata la battaglia interna sulla nuova legge elettorale, che il ‘corpaccione’ del Pd vorrebbe proporzionale con sbarramento, stavolta in linea con Giuseppe Conte e il M5S, mentre Letta resta sul maggioritario. Visti i numeri e le convenienze, è assai probabile che alla fine, per non trasformare il campo largo in campo minato, si arrivi al proporzionale, che garantisce alle singole forze politiche di misurarsi e dopo, sulla base dei voti presi, cercare le alleanze per il Governo. Per qualche anima è troppo poco? Ci soccorre l’amico Stanislaw Jerzy Lec: “Anche l’anima, ogni tanto, deve stare a dieta”.

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