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Bologna già in moto per organizzare il rientro di Patrick Zaki

Il rettore dell'Università Giovanni Molari: "È ancora presto, organizzeremo tutto con calma". Di Maio: "Risultato ottenuto grazie al dialogo con l'Egitto"

Pubblicato:09-12-2021 16:33
Ultimo aggiornamento:09-12-2021 16:33
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manifestazione bologna patrick zaki
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Di Brando Ricci e Andrea Sangermano

BOLOGNA – Dopo la scarcerazione di Patrick Zaki, la città di Bologna è già al lavoro per pensare a come riaccogliere il ‘suo’ studente egiziano dopo 22 mesi di prigionia a Il Cairo. “Ma adesso è ancora prematuro dire cosa faremo”, resta prudente il rettore dell’Alma Mater di Bologna, Giovanni Molari, questa mattina a margine di una conferenza stampa in Comune.


“È prematuro adesso dire cosa organizzeremo – frena Molari – ieri abbiamo iniziato a pensare cosa si potrebbe fare, ma lo vedremo nei prossimi giorni. Ieri e ieri l’altro sono state giornate molto convulse, vediamo come vanno le cose. Ora lasciamo spazio a lui e alla sua famiglia, non credo sia opportuno pressarlo troppo per iniziative che avremo tutto il tempo di organizzare con calma”. Ieri, sottolinea il rettore, “girava voce dai suoi legali che non avesse un divieto di espatrio. Quindi vedremo. Certo è che dobbiamo continuare a tenere alta la guardia perchè l’1 febbraio ci auguriamo che sia non solo scarcerato, ma che decadano tutte le accuse a suo carico“.

Molari aggiunge: “Ieri non ho voluto disturbarlo, perché è stata una giornata convulsa. Cercheremo di contattarlo, intanto gli ho fatto avere un messaggio di solidarietà parte mia e di tutta l’Università. Poi vedremo nei prossimi giorni quello che è possibile fare”. Il rettore dell’Alma Mater di Bologna conferma poi la possibilità per Zaki di riprendere gli studi interrotti con l’arresto. “Per tutto il prossimo semestre abbiamo ancora didattica mista – ricorda Molari – quindi è possibile seguire i corsi anche a distanza. Per quanto riguarda Patrick, intanto diamogli qualche giorno per riprendersi da questi 22 mesi difficili. Poi deciderà lui cosa fare, vedremo se intenderà proseguire i suoi studi da Il Cairo o venire direttamente qua a Bologna”.

Nel frattempo “ci fa piacere” che lo stesso Zaki abbia espresso il desiderio di tornare a Bologna, sottolinea il rettore. “Sono state due giornate bellissime, con la notizia della liberazione e il suo ritorno a casa, con quella bella immagine di Zaki che veste la maglietta dell’Università di Bologna – ripercorre i momenti Molari – sono stati momenti molto belli, emozionanti e toccanti. Speriamo di averlo di nuovo al più presto qui con noi, a riabbracciare la nostra università e la nostra comunità”.

DI MAIO: “RISULTATO ARRIVATO GRAZIE AI CANALI DIPLOMATICI”

“È alimentando i canali diplomatici che si arriva ai risultati, non chiudendoli”. A dirlo è il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, commentando la scarcerazione di Zaki, che comunque non è ancora stato assolto dalle accuse a suo carico. Il ministro, forse rispondendo implicitamente alle critiche avanzate nei mesi scorsi rispetto alle relazioni diplomatiche con l’Egitto, ha affermato: “Siamo arrivati a questo risultato mantenendo un dialogo con l’Egitto; io stesso ho visto il ministro degli Esteri del Cairo tre volte negli ultimi mesi”.

Il titolare della Farnesina ha poi evidenziato che “lo stesso Zaki ha detto che la presenza di nostro personale diplomatico a ogni udienza lo ha rassicurato” e che quanto successo per il caso dello studente dell’Università di Bologna “ha segnato un’azione diplomatica di massimo livello, permessa dall’operato dell’ambasciatore Cantini prima e da Quaroni adesso”.

Di Maio ha comunque specificato che la liberazione di Zaki è “solo un primo passo” e che la rete diplomatica italiana “continuerà a lavorare in silenzio, tenendo il basso profilo“. Una modalità questa, che caratterizza il modus operandi italiano secondo il ministro e che “ci ha permesso di sbloccare diverse situazioni in cui nostri connazionali erano bloccati o addirittura nella mani di cellule terroristiche“. L’occasione per queste dichiarazioni è stato un evento organizzato nell’ambito della Conferenza sul futuro dell’Europa.

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