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A Chieti salgono i ricoveri, Vecchiet: “No vax possono mettere in crisi i nostri ospedali”

L'infettivologo lancia l'allarme e l'azienda riorganizza i posti letto

Pubblicato:09-12-2021 16:21
Ultimo aggiornamento:09-12-2021 16:21
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Jacopo_Vecchiet
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CHIETI – “I non vaccinati possono mettere in crisi i nostri ospedali”. A lanciare l’allarme è il direttore della Clinica di Malattie infettive dell’Ospedale di Chieti, Jacopo Vecchiet che, con una nota, commenta così la difficile notte trascorsa con 4 nuovi positivi ricoverati in un reparto già affollato. “Questa è la realtà che va raccontata per dire le cose come stanno, senza drammatizzazioni- aggiunge- Un mese fa avevamo 8 ricoverati per Covid-19, oggi ne abbiamo 30 e siamo al limite della dotazione di posti letto delle Malattie infettive, col fiato sospeso nella speranza che non ne arrivino altri. Il ricovero si rende necessario per i non vaccinati perché hanno problemi respiratori importanti, diversamente dalle persone che hanno completato il ciclo vaccinale per le quali l’infezione si manifesta con sintomi ben più lievi”.

Un racconto che arriva nei giorni in cui l’intera provincia registra l’aumento dei casi di positività e, di conseguenza, l’occupazione dei posti letto rimodulati proprio per fronteggiare l’emergenza. Un problema per affrontare il quale, riferisce la Asl, ha riunito l’Unità di Crisi. Il primo passo sarà la riconversione, qualora necessario, della Pneumologia dell’ospedale di Chieti e dei posti letto di Day Surgery a Vasto. Inoltre, sempre al fine di poter rispondere adeguatamente a esigenze determinate da nuovi contagi, è stata decisa la riattivazione, presumibilmente a partire dal 20 dicembre, della Medicina Covid ad Atessa fino a 10 posti letto, e analogamente presso la Rsa di Casoli. Come già accaduto in passato, tali presidi sono coinvolti nell’azione di alleggerimento dei reparti Covid di Chieti e Vasto, destinati a cure di media e alta intensità. Nel corso della riunione dell’Unità di crisi si è fatto riferimento anche all’utilizzo degli anticorpi monoclonali, con i quali sono stati già trattati più di 200 pazienti, che rappresentano una cura efficace con buone ricadute anche sul sovraffollamento degli ospedali.

“È il caso di sottolineare la validità di questo trattamento- sottolinea il dg della Asl 2, Thomas Schael- che se fatto per tempo mette in salvo i malati senza necessità di ricovero, liberando posti letto per i malato gravi. È importante che la selezione dei pazienti eleggibili venga fatta in fretta, perché il fattore tempo è essenziale per tale trattamento”. L’uso degli anticorpi è autorizzato in soggetti di età superiore a 12 anni, positivi e non ospedalizzati per Covid-19, che presentano sintomi moderati da non oltre 10 giorni, e con uno o più fattori di rischio. A individuare i candidabili possono essere medici di medicina generale, pediatri, medici delle Usca e in generale medici che entrano in contatto con pazienti affetti da Covid di recente insorgenza e con sintomi non troppo marcati. “L’importante è arrivare presto- conclude Vecchiet- e indirizzare altrettanto precocemente il paziente alle Malattie Infettive di Chieti e Vasto, le unità operative identificate per la prescrizione e la somministrazione della cura. La nostra esperienza con i monoclonali è assolutamente positiva, ma esprimono tutta la loro efficacia se usati ai primi sintomi della malattia”.


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