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Ecco i lavori più richiesti dalle imprese: ci sono 133mila posizioni scoperte

Dagli operai specializzati agli informatici, dagli ingegneri agli operatori della cura estetica: ecco le professioni più richieste dal mondo dell'impresa

Pubblicato:09-12-2021 13:02
Ultimo aggiornamento:09-12-2021 13:08

impiegato lavoro
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ROMA – Anche a dicembre sono difficili da reperire il 37,5% dei profili ricercati per un totale di 133 mila posizioni scoperte. Secondo il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, a dicembre, a crescere maggiormente è la domanda di operai specializzati, con un incremento di 20 mila ingressi su dicembre 2019. Seguono poi i conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili (+15mila) e i tecnici (+5mila).

LA PANDEMIA FA CALARE IL NUMERO DI NUOVI ASSUNTI

Sono 354 mila i lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di dicembre, circa 52mila in più (+17,5%) rispetto allo stesso periodo del 2019; nel trimestre dicembre 2021 – febbraio 2022 le imprese hanno in programma di assumere 1,4 milioni di lavoratori (+28,0% rispetto all’analogo trimestre 2019). Sotto il profilo congiunturale, tuttavia, le assunzioni programmate dalle imprese per dicembre sono inferiori di 111mila unità rispetto a novembre (-23,9%), anche per il clima di incertezza derivante dagli sviluppi a livello internazionale della pandemia e delle tensioni sui prezzi dell’energia e delle materie prime.

LE PROFESSIONI PIÙ RICHIESTE

Tra le figure introvabili il Borsino Excelsior delle professioni segnala, nell’ordine: gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (difficoltà di reperimento 65,2%), i dirigenti (60,9%), i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria (59,4%), gli operatori della cura estetica (56,8%), i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (56,5%), i fabbri ferrai, costruttori di utensili e assimilati (55,4%), gli artigiani e operai specializzati addetti alla pulizia e all’igiene degli edifici (55,2%), i direttori e dirigenti dipartimentali di aziende (54,5%), i meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (52,4%), gli operai di macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche e per prodotti minerali (52,3%), gli ingegneri (52,0%), i tecnici della distribuzione commerciale e professioni assimilate (50,9%), i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (50,3%) e i tecnici in campo ingegneristico (49,3%).


LE IMPRESE: “NON TROVIAMO CANDIDATI”

Prevalentemente i profili di difficile reperimento si concentrano nelle aree aziendali dei sistemi informativi e della progettazione ricerca e sviluppo con un mismatch superiore alla soglia del 50% delle figure richieste. La mancanza di candidati (shortage gap) è in questo periodo la principale motivazione della difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese, superando significativamente la motivazione di non adeguatezza delle competenze, e interessa soprattutto le imprese della metallurgia, la meccatronica, l’informatica e le telecomunicazioni, le costruzioni ed il turismo. A livello territoriale le attivazioni di contratti provengono prevalentemente dalle imprese del Nord Ovest che prevedono 122 mila ingressi, segue poi il Nord Est a pari merito con il Sud e isole (entrambi 85mila ingressi) ed infine il Centro con 61mila entrate previste. Più nel dettaglio, le maggiori opportunità lavorative sono offerte dalla Lombardia (80mila contratti), Veneto (32mila), Lazio (31mila), Piemonte (29mila), Campania (26mila) ed Emilia-Romagna (25mila).

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