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Il duello Lilli-Meb, e le mogli dei pescatori di Mazara del Vallo

La maggioranza si spacca anche sulla puntata di Otto e mezzo. Intanto, sono cento giorni che diciotto pescatori sono in stato di fermo in una caserma di Bengasi...

Pubblicato:09-12-2020 13:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:43

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ROMA – Il dilemma è di quelli che francamente non tolgono il sonno. Ciononostante merita di essere indagato se non altro perché declina a modo suo un grande classico del dibattito politico di queste ore. Titolo: “Maggioranza spaccata”.
In sintesi, ci si potrebbe chiedere: ha fatto bene Lilli Gruber a domandare con insistenza a Maria Elena Boschi perché non indossasse la mascherina nel servizio fotografico che la ritrae abbracciata al fidanzato, oppure ha ragione la capogruppo di Italia Viva a protestare per l’eccessiva enfasi posta da Gruber su una domanda in fondo estranea ai temi politici del momento?

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Dallo studio di Otto e mezzo, la contesa si è rapidamente spostata sui social, che una riposta sembrano averla data, visto che la stragrande maggioranza dei 13mila e 500 commenti via twitter, hanno preso posizione per la renziana. Come spesso accade, il quesito si è spostato dai social alla politica.


Molti ‘boschiani’ sono infatti parlamentari di Italia viva, mentre altri come Guido Crosetto, non sono sospettabili di simpatie renziane. “Vi sembrerà impossibile e non ci crederete ma la Gruber, anni fa, prima del passaggio in Parlamento Europeo, faceva la giornalista”, cinguetta l’esponente di Fratelli d’Italia. Tra quelli che come lui pensano che Gruber abbia esagerato ce ne sono e di insospettabili: dall’ex dalemiano Claudio Velardi, al gesuita Francesco Occhetta, a Bobo Craxi.
Pochi si spendono per Gruber. Tra questi c’è la giornalista Selvaggia Lucarelli, secondo la quale ieri è stata una serataccia per Boschi, addirittura peggiore di quella del dicembre 2016 in cui perse il referendum. “Ne ha prese tante che ci voleva il 118”, ha più o meno scritto Lucarelli, accendendo un altro vespaio. Anche il collega Luca Telese difende la conduttrice, accusando la capogruppo renziana di fare del vittimismo. In fondo – ricorda – lo stesso trattamento è toccato a Di Maio e Salvini.

Curiosamente (ma anche no) al di fuori dei suoi colleghi di partito, nessun esponente della maggioranza prende posizione per Boschi. Nemmeno quando si invoca – come fanno le deputate Iv- il diritto delle donne in politica di parlare del merito, e non di ‘altro’. Ebbene, nonostante la sensibilità professata dalla maggioranza sul tema parità di genere, non un Cinque stelle a dire: ‘Mi sta antipatica, ma la difendo’. Non un Democratico a citare più o meno opportunamente la massima, ‘non sono d’accordo con te, ma darei la vita …”.
“Mi sono perso l’intervento della Boldrini sull’attacco misogino della Gruber”, tweetta sarcastico l’Antipopulista. I social hanno una spiegazione anche per questo improvviso silenzio dei partner di governo. Non a caso fioccano le foto di Marco Travaglio e Domenico Arcuri senza mascherine a fare acquisti. “Perché Gruber non chiede agli amici suoi?”, chiedono insistenti, cogliendo una suggestione che il renziano Alessio De Giorgi mette nero su bianco: “Quindi il problema per Lilly Gruber è il selfie di Maria Elena Boschi col suo fidanzato senza mascherina. Del resto- spiega- invitato speciale della trasmissione è Marco Travaglio. Detto tutto”.

Alquanto incredibilmente, il duello Gruber-Boschi attrae. I tweet si accumulano e superano i 14mila. Si formano gli schieramenti. La discussione si anima anche allo stesso numero civico. “Una donna può criticare o essere incalzante con una altra donna. Non è una questione femminile. È una questione di contenuti sui quali incalzare. E un bacio senza mascherina al fidanzato non lo è”, scrive Gaia Tortora, giornalista di La7.

Insomma, non se ne viene a capo. Poi un lampo illumina il cielo di twitter. Quello di chi ricorda che oggi sono 100 giorni che 18 pescatori – otto italiani, sei tunisini, due filippini e due senegalesi – si trovano in stato di fermo in una caserma di Bengasi, nelle mani delle truppe di Khalifa Haftar. Le famiglie – mogli e figlie hanno dormito per mesi davanti a Montecitorio – chiedono disperatamente di riabbracciarli. Come sarebbe bello se accadesse per Natale.

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