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Via al risanamento, la presidente Serracchiani incontra i vertici di Banca popolare di Vicenza

[caption id="attachment_28442" align="alignleft" width="300"] Serracchiani

Pubblicato:09-12-2015 17:35
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:41

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Serracchiani incontra Francesco Iorio e Stefano Dolcetta

Serracchiani incontra Francesco Iorio e Stefano Dolcetta

UDINE – Un incontro con finalità conoscitiva e di approfondimento in merito alle strategie della Banca Popolare di Vicenza sul territorio, dopo il cambio dei vertici e alla luce della complessa vicenda che ha visto sotto i riflettori l’istituto di credito. Con questi obiettivi si è svolta, oggi, a Udine, nella sede della Regione, la riunione con la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, le associazioni economiche di categoria, il commissario di Governo in Friuli Venezia Giulia Adelaide Garufi, il nuovo presidente dell’istituto di credito Stefano Dolcetta e il consigliere delegato e direttore generale della banca, Francesco Iorio.

“L’incontro di oggi nasce per poter informare su una vicenda complessa- ha detto Serracchiani-, a partire dalle categorie economiche in modo che, anche queste ultime, possano trasferire, a loro volta, le informazioni nei propri ambiti”. Un modo, secondo Serracchiani, per comprendere in maniera trasparente il percorso di risanamento della banca. Percorso illustrato da Iorio, che ha sottolineato tre passaggi fondamentali: la trasformazione dell’istituto di credito in società per azioni, la quotazione in borsa e l’aumento di capitale. Il primo punto indispensabile è previsto e imposto dalla normativa: “alternative vere a queste azioni non ci sono- ha spiegato – perché si tratterebbe di scegliere la riduzione degli attivi sotto gli 8 miliardi, noi ne abbiamo circa 40, e questo non è tecnicamente percorribile. La seconda opzione sarebbe la liquidazione della Banca ovvero creare una situazione ancora più difficile per i soci”. Due in sintesi, invece, le motivazioni, secondo Iorio, per l’aumento di capitale di 1,5 miliardi di euro, da fare entro aprile. L’ispezione della Bce, condotta fra febbraio e luglio, ha dato riscontro di come una parte del capitale della banca fosse stato finanziato dalla stessa banca “al momento, quindi, una parte del capitale non può essere computata nel patrimonio della Popolare di Vicenza”. A ciò si aggiunge la qualità del credito “la Banca ha prestato male i propri denari- ha esplicitato Iorio, il quale ha anche sottolineato che l’istituto- ha svolto un ruolo sociale importante supportando il tessuto sociale ed economico in un momento in cui altri istituti riducevano il credito”.

Infine la quotazione in Borsa, senza la quale non è possibile fare l’aumento di capitale. Ma la parola ricorrente nel corso dell’incontro è stata fiducia; fiducia per una realtà che, come ha rimarcato Dolcetta, “rappresenta una banca importante per tutto il Triveneto e per una parte della Lombardia ed è stata uno degli asset fondamentali per l’economia contribuendo a favorire lo sviluppo di molte aziende. Sarebbe un delitto- ha aggiunto- far scomparire questo istituto e credo che le risorse migliori di questo territorio debbano impegnarsi per dare un futuro a questa realtà bancaria”. “Ci sono stati dei problemi, è innegabile,- ha aggiunto Iorio- ma sono convinto che questa banca potrà avere un futuro“. Per il direttore generale della Popolare di Vicenza bisogna essere convinti che si può e si deve ripartire nell’interesse di tutti e l’auspicio è che i risparmiatori, i soci trovino le risorse per sottoscrivere l’aumento di capitale. “Le informazioni di oggi- ha detto a conclusione la presidente- danno un quadro significativo, una exit strategy tracciata con chiarezza con cui poter relazionare in modo puntuale, ognuno ai propri associati” ma ha anche precisato il ruolo della Regione che non sarà quello di supporto alla Banca “perché questo non è il nostro compito, tuttavia possiamo certamente contribuire a diffondere e accompagnare le corrette notizie alle categorie e ai cittadini”. Serracchiani, condividendo il metodo, ha poi invitato i vertici a mantenere uno stretto e più diretto collegamento con il territorio. La presidente ha anche ricordato il decreto “salva banche” indicando che non riguarda la vicenda della Banca Popolare. Fra gli interventi dei partecipanti, anche quello del prefetto Garufi che ha richiamato l’attenzione sui risvolti sociali. Infine, nessun esubero previsto: 500 uscite su base volontaria di cui 300 entro l’anno e 200 entro il 2020 e 200 assunzioni.


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