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Torture in carcere, interviene il ministro: “Addolorato ma ho fiducia nella magistratura”

Il Guardasigilli e il capo Dap: "I poliziotti compiono il loro dovere rispettando la legalità, aspettiamo l'esito delle indagini"

Pubblicato:09-11-2022 20:24
Ultimo aggiornamento:09-11-2022 20:26

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ROMA – Sul caso dei tre agenti di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Bari, arrestati con l’accusa del reato di tortura, intervengono il ministro della Giustizia, Carlo Nordio e il l Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Carlo Renoldi esprimendo “fiducia” nella polizia e nella magistratura che ha avviato l’indagine per appurare i fatti risalenti allo scorso 27 aprile. In tutto sono 15 gli indagati: avrebbero colpito con calci e schiaffi un detenuto. Per la Procura si tratta di tortura in concorso.


LA NOTA DI NORDIO E DEL DAP: “ESISTE LA PRESUNZIONE DI INNOCENZA”

Scrivono Nordio e Renoldi: “La contestazione di gravi reati ad alcuni agenti di Polizia penitenziaria in servizio nella Casa circondariale di Bari ci addolora molto: il Corpo è composto di poliziotti che ogni giorno – con grande abnegazione e passione – adempiono al proprio dovere nel pieno rispetto della legalità. Accuse come queste rischiano di offuscare il grande impegno profuso. L’Amministrazione penitenziaria ha però in sé tutte le risorse per garantire un servizio sempre orientato al pieno rispetto della legalità, secondo il giuramento di fedeltà alla Costituzione e alle Leggi che ciascuno di noi ha fatto. Siamo rispettosi dell’operato della Magistratura e attendiamo, con fiducia, l’ulteriore sviluppo dell’azione giudiziaria, ricordando, una volta di più, anche il principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza”.

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