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Fare l’educatrice al nido? Ecco per quale “stipendio da fame”

Il sindacato Sgb manifesta sotto la Regione Emilia-Romagna sventolando le "buste paga da fame" percepite da lavoratrici e lavoratori di Bologna

Pubblicato:09-11-2022 18:33
Ultimo aggiornamento:09-11-2022 18:34

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Quanto guadagna un’educatrice che lavora nei nidi d’infanzia di Bologna, secondo regolare contratto? Uno stipendio netto di 1.072,88 euro: ecco una delle “buste paga da fame” su cui il sindacato di base Sgb ha deciso di puntare i riflettori portandole sotto la sede della Regione Emilia-Romagna durante un presidio promosso per oggi. L’iniziativa segue l’affissione, già nelle scorse settimane, di una serie di buste paga fuori dalla sede bolognese dell’Sgb in via Zampieri. “Non si tratta di lavoratrici e lavoratori a cui vengono applicati contratti ‘pirata’ ma di contratti nazionali ‘regolari’ sottoscritti da Cgil, Cisl e Uil e che spesso vengono utilizzati negli appalti e subappalti al posto di altri contratti nazionali più dignitosi– scrive l’Sgb in una nota- creando un dumping contrattuale tra Ccnl sottoscritti dai medesimi sindacati, rendendo così il lavoro più povero e spingendo in basso i salari di tutti”.

“LE EDUCATRICI HANNO I TITOLI, MA VENGONO SOTTO-INQUADRATE”

Uno dei casi segnalati oggi, ad esempio, riguarda “un’educatrice delle cooperative sociali del settore nido d’infanzia, un servizio pubblico in appalto alla Città metropolitana di Bologna. Le lavoratrici addette al servizio- riferisce il sindacato- sono inquadrate come assistenti all’infanzia (livello D1) e non come educatrici (livello D2) nonostante la legge regionale preveda l’obbligo dei titoli”. Tutte le educatrici “sono in possesso dei titoli necessari ma di fatto vengono sotto-inquadrate. Il contratto applicato- continua l’Sgb- è quello delle coop sociali. La lavoratrice percepisce una paga base oraria di 9,15 euro lordi e nel mese di settembre ha percepito una busta paga netta di 1072,88 netti”, ma in più il reddito annuale lordo “è inferiore a quanto previsto per effetto della mancata retribuzione dei periodi di chiusura scolastica”.

NEI SERVIZI EDUCATIVI DOMICILIARI? ECCO LO STIPENDIO DA 996 EURO

E anche per chi è inquadrato al livello corretto la situazione “non è tanto più decorosa”, afferma l’Sgb soffermandosi sulla busta di “un’educatrice ai servizi educativi domiciliari, servizio pubblico in appalto all’Asp Città di Bologna. La lavoratrice, infatti, ha un part time di dieci ore settimanali ma viene impiegata abitualmente come sostituta in una struttura per minori. Le ore contrattuali sono inferiori di quelle in straordinario che non vengono mai stabilizzate. Ha percepito un salario mensile di 996,28 euro netti”. Segue il caso di una donna che lavora come cameriera ai piani in un albergo in zona aeroporto. “Il contratto nazionale applicato è Servizi di pulizia aziende industriali, livello 2. La lavoratrice- racconta l’Sgb- percepisce una paga lorda oraria di 7,41 lordi, inclusa l’anzianità maturata nei precedenti appalti. Ha percepito uno stipendio di 1098 euro netti nonostante le maggiorazioni per lavoro festivo e domenicale e nonostante siano inclusi i ratei di ferie e permessi (la lavoratrice al momento delle ferie non percepirà retribuzione)”.


ARRIVA A 1.118 EURO L’ADDETTO ALLA SICUREZZA IN FIERA

Infine, c’è il lavoratore in appalto dei servizi di sicurezza in Fiera: il contratto applicato “è Safi ma, questa volta, nella forma contrattuale del lavoro intermittente (a chiamata). Il lavoratore lavora a contratto intermittente a tempo determinato per la Fiera dal 2019. Il quinto livello del contratto Safi prevede una paga base di 6,18 euro all’ora. Lui, invece, ne percepisce 5,16 lorde perché il contratto prevede con apposito accordo sottoscritto dalla Uil un salario di ‘ingresso’ inferiore pari a 935 euro lorde per 42 ore settimanali”. Il lavoratore, scrive l’Sgb, “ha così percepito un netto mensile di 1.118 euro comprensivo di maggiorazioni per lavoro festivo, lavoro straordinario, rateo di ferie e tredicesima”.

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