NEWS:

Dazn pronta allo stop degli abbonamenti multiuso

Dazn vuole fermare l'accesso a due device che si trovano a distanza l'uno dall’altro. La novità diventerebbe operativa da metà dicembre

Pubblicato:09-11-2021 12:11
Ultimo aggiornamento:09-11-2021 21:20

foto dazn
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

Immagine di copertina dazn.com

ROMA – Stop alla “concurrency”. Dazn pronta a cancellare la possibilità di vedere contemporaneamente lo stesso contenuto sue due utenze collegate a uno stesso abbonamento. La pratica degli abbonamenti in condivisione, insomma.

A quanto risulta al Sole 24 Ore, la piattaforma guidata in Italia da Veronica Diquattro (che è anche nel board del Gruppo 24 Ore) vuole fermare l’accesso a due device che si trovano a distanza l’uno dall’altro. Se ci si trova collegati alla stessa rete fissa si potrà continuare. Un “problema” soprattutto per gli abbonati alla Serie A.


LEGGI ANCHE: Dazn torna nella bufera, social in rivolta dopo lo stop alla condivisione dell’abbonamento

Contattata dal Sole 24 Ore, Dazn replica con un “no comment”. “Il ‘due al posto di uno’ è però in procinto di lasciare la scena – scrive il giornale di Confindustria – E sarebbero infatti in partenza le comunicazioni agli abbonati che devono essere informati per avere la possibilità di esercitare il recesso, entro 30 giorni”. La novità dovrebbe andare a regime a partire da metà dicembre, mettendo la parola fine a una possibilità, che per gli abbonati Dazn era finora prevista al punto 8.3 delle condizioni di utilizzo.

La mossa “viene considerata anche nell’interesse della Lega Serie A e dei presidenti dei club, perché in questo modo si colpisce l’utilizzo fraudolento degli accessi a Dazn e si arresta un fenomeno che, nei fatti, riduce il valore dei diritti“. Ma è figlia anche del semi-flop degli abbonamenti, che sarebbero sotto i 700mila abbonati per Tim e intorno agli 1,2 milioni per Dazn, almeno stando ai numeri generali anticipati dal Sole 24.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it