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Camorra, in manette professionisti e imprenditori membri del nuovo clan Partenio

Quattordici misure coercitive e sequestro preventivo di beni del valore di circa 4 milioni di euro nell'operazione 'Aste ok'

Pubblicato:09-11-2020 10:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:12
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NAPOLI – Dalle prime ore dell’alba, circa 150 militari dei Comandi provinciali dei carabinieri di Avellino e della guardia di finanza di Napoli, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo partenopea, hanno dato esecuzione, tra le province di Avellino e Roma, a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 14 indagati (8 finiti in carcere e sei agli arresti domiciliari) accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, scambio elettorale politico-mafioso, turbata libertà degli incanti, falsità materiale, truffa, trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio.
Disposto anche il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni del valore di circa 4 milioni di euro, nei confronti di un’organizzazione criminale composta da membri di spicco del “nuovo clan Partenio”, imprenditori e professionisti.

Eseguito anche un sequestro, dal valore di circa 4 milioni di euro, di cinque società e dei relativi beni, crediti, azioni e quote sociali, con 59 fabbricati e 26 terreni. Si tratta di una Rsa, due società immobiliari, una di consulenza amministrativa e un ristorante, attivita’ dislocate tra Roma, Anzio, Avellino e Serino, i cui titolari sono tra i destinatari delle misure cautelari. Durante l’operazione, denominata ‘Asta ok’ è stata notificata anche un’interdittiva antimafia già emessa dalla Prefettura di Avellino, alla società riconducibile alla struttura di assistenza sociale-residenziale e a un’altra azienda riferibile a un altro indagato. Il sequestro da 4 milioni si aggiunge a un altro sequestro da 1,5 milioni di euro eseguito nell’ottobre del 2019. L’indagine ha consentito di accertare forti legami tra alcuni membri del clan camorristico, i titolari di alcune società di intermediazione immobiliare e professionisti nel settore delle aste, i quali inibivano a proprietari esecutati la partecipazione alle aste giudiziarie, finendo per appropriandosene e chiedendo, così, agli ex-proprietari una quota di denaro maggiorata qualora avessero voluto rientrarne in possesso. Si ritiene che il sodalizio si sia avvalso anche di società intestate a prestanome.

CLAN PARTENIO VOLEVA INFLUENZARE LA VITA POLITICA DEL COMUNE DI AVELLINO

Aste e acquisizioni immobiliari, ma anche un’influenza sempre più forte sulla vita amministrativa della città di Avellino. L’obiettivo era quello di orientare alcune decisioni politiche prese in materia di urbanistica ed edilizia. Durante le indagini è emerso, tra l’altro, che siano stati promessi voti in occasione delle elezioni del Consiglio comunale di Avellino del giugno 2018 da parte di appartenenti al clan Genovese-Galdieri, nei confronti di un candidato consigliere. L’uomo, figlio di un boss detenuto appartenente allo stesso sodalizio, è stato poi eletto in cambio della riassegnazione della gestione di un centro sportivo di Avellino.


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