NEWS:

Tg Sanità, edizione del 9 novembre 2020

È online l'edizione settimanale

Pubblicato:09-11-2020 16:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:12

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

– COVID. SPERANZA: INDICE RT PIÙ RILEVANTE RISPETTO A NUMERO NUOVI CASI

“In Italia non esistono zone verdi perché il virus circola in tutto il nostro Paese. Quindi essere in zona gialla non significa assolutamente essere in un porto sicuro”. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante un’informativa urgente alla Camera sui dati e sui criteri seguiti per la collocazione delle regioni italiane nell’area rossa, arancione e gialla, prevista dal dpcm del 3 novembre 2020. “L’Rt- ha spiegato il ministro- indica il tasso di riproduzione del virus e rappresenta il numero medio delle infezioni prodotte da ciascun individuo infetto. È un indice più rilevante del numero di nuovi casi che quotidianamente rileviamo”. Speranza ha quindi rivolto all’Aula un appello: “Non alimentiamo polemiche, non sono solo inutili- ha detto- ma anche terribilmente dannose. Lasciamo le questioni scientifiche fuori dalla battaglia politica”.

– COVID. ‘COLORE’ REGIONI A RISCHIO PARAMETRO OGGETTIVO, NON C’ENTRA CON POLITICA

E sulle polemiche dell’ultima settimana è intervenuto anche il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri. “La divisione delle Regioni per aree di rischio è un parametro numerico oggettivo, che non ha nulla a che vedere con la politica- ha detto ai microfoni di Radio Cusano Campus- parlare di centrodestra e centrosinistra è una stupidaggine. Non c’è un colore politico, è come una diagnosi del territorio”. Quanto agli effetti delle misure contenute nell’ultimo Dpcm “non si vedranno in tempi rapidi- ha fatto sapere Sileri- ma servono almeno un paio di settimane. Ci saranno delle aree in cui funzionerà prima ed altre in cui magari funzionerà più tardi”.


– COVID. BRUSAFERRO (ISS): SIAMO IN FASE ESCALATION, CRESCONO RICOVERATI CON SINTOMI

“Oggi ci troviamo in una fase di escalation dopo un periodo di transizione. Quindi in parte dobbiamo usare misure di contenimento, in parte misure di mitigazione”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, in audizione in Commissione Affari Sociali della Camera sul Rapporto dell’Iss e del ministero della Salute da titolo ‘Prevenzione e risposta al Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale’. “Per quando riguarda i ricoveri con sintomi non si sono ancora raggiunti i picchi- ha proseguito Brusaferro- ma è un numero che sta crescendo. E questo è un elemento di grande attenzione, perché noi sappiamo che intercorre del tempo dal momento in cui si contrae l’infezione al momento in cui si manifestano dei sintomi e a quello in cui, per affrontare alcuni sintomi, si necessità del ricovero o del ricovero in terapia intensiva”.

– COVID. GALLI: SPERO CHE DPCM NON SIA TARDIVO, RISULTATI IN TRE SETTIMANE

“Il nuovo Dpcm spero che non sia un provvedimento tardivo e che non sia preludio a qualcosa di più deciso e ancora più marcato”. Lo ha detto il professor Massimo Galli, responsabile del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Luigi Sacco di Milano e past president della SIMIT, intervenendo al Forum Sistema Salute a Firenze. “Sono le Regioni a dare i dati all’Istituto superiore di Sanità- ha quindi aggiunto- e i numeri quotidiani li vediamo tutti. La situazione è arrivata ad un punto tale in cui non si può più perder tempo a blaterarci sopra: a parlare è la pressione che vediamo sugli ospedali, che ci induce a pensare che ormai sia arrivato il tempo di intervenire. E speriamo che non sia tardi”, ha concluso Galli.

– EPATITE C. INFETTIVOLOGO: BASTA RITARDI PER COVID-19, RIPRENDERE ATTIVITÀ AMBULATORIALE

“La pandemia di Covid-19 ha rallentato la presa in carico, la gestione e l’inizio del trattamento in molti pazienti con patologie croniche. Ma ora è necessario che i pazienti con epatite C riprendano a curarsi, perché rischiano una progressione della malattia. Dobbiamo quindi evitare ulteriori ritardi e riprendere al più presto la nostra normale attività ambulatoriale, per garantire ai pazienti un accesso alle cure”. Così il professor Francesco Barchiesi, direttore della UOC Malattie Infettive, A.O. Ospedali Riuniti Marche Nord, intervenendo al corso di formazione ECM sulla gestione dei tossicodipendenti con epatite C, organizzato dal provider Letscom E3 con il contributo non condizionante di AbbVie. L’evento rientra nell’ambito di ‘HAND’, il primo progetto pilota di networking a livello nazionale patrocinato da quattro società scientifiche (SIMIT, FeDerSerD, SIPaD e SITD), che coinvolge i Servizi per le Dipendenze e i relativi Centri di cura per l’HCV. Sull’importanza di riprendere “al più presto” a screenare la popolazione è intervenuta anche la dottoressa Giovanna Diotallevi, direttrice del dipartimento Dipendenze Patologiche – ASUR Marche AV1, secondo cui per garantire una continuità nelle terapie per i pazienti con epatite C “alla base” deve esserci “però una decisione politica centrale e poi, a cascata, regionale e di sanità dei singoli territori. Il punto fondamentale- ha sottolineato Diotallevi- rimane quello legato alla rete” e in questo senso “il progetto HAND ha dato e può dare un notevole contributo”, ha concluso.

– COVID. DERMATOLOGA: 30% PAZIENTI PERDE GRANDE QUANTITÀ DI CAPELLI

“Più del 30% delle persone che contraggono l’infezione da Covid-19 riporta una copiosa caduta di capelli, abbondante, fatta di intere ciocche perse. E questo sul piano psicologico aggrava le conseguenze del Coronavirus”. A farlo sapere la dottoressa Bianca Maria Piraccini, direttrice della Scuola di Specializzazione di Dermatologia e Venereologia dell’Università degli studi di Bologna, intervenendo al 94esimo Congresso della SIDeMaST, la Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse. “Le prime segnalazioni- ha proseguito l’esperta- risalgono a giugno 2020 e sono arrivate da tutto il mondo. In Italia, a Bologna, abbiamo quindi creato una task force che sta coordinando gli scienziati di tutto il mondo per registrare tutti i casi di caduta di capelli dopo l’infezione da Covid-19 e trovare una spiegazione”.

:

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it