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Recupero olii esausti, Italia campione del mondo. Parola di Viscolube

Ne parliamo con Marco Codognola, direttore di Viscolube, azienda leader in Europa nella rigenerazione

Pubblicato:09-11-2017 17:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:52

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ROMA – “L’Italia è in una posizione di eccellenza a livello europeo e mondiale sul recuperi di olii. Quasi il 99% dell’olio raccoglibile viene raccolto e si arriva al 44% degli oli lubrificanti messi a consumo”. Alla fiera della green economy Ecomondo, in corso a Rimini, protagonista è anche il ciclo di raccolta degli oli minerali usati. E il direttore generale di Viscolube, azienda leader in Europa nella rigenerazione che si avvale di un proprio processo di riraffinazione tra i più diffusi al mondo, Marco Codognola, illustra alla ‘Dire’ i numeri a livello nazionale. “Sulla quantità di olio raccolto che viene rigenerato è il dato più importante al mondo: oltre il 98% della quantità di olio minerale raccolto viene rigenerato“.

Ciò significa, argomenta, che “questo rifiuto pericoloso torna a essere un prodotto equivalente a quello che ha generato il rifiuto e viene rimesso al consumo”. Non solo. “Nessun altro Paese al mondo può vantare perfomance ambientali di questo tipo in un settore industriale”. E si hanno benefici anche sull’importazione di petrolio. Infatti, spiega Codognola, “dalla rigenerazione di 170.000 tonnellate all’anno di oli minerali esausti si ricavano circa 125.000 tonnellate di basi lubrificanti rigenerate”. E “questo corrisponde a circa un terzo del fabbisogno nazionale”. Così “anzichè essere prodotte da petrolio grezzo che andrebbe importato, ce le troviamo gratis attraverso un prodotto recuperato”.

Tirando le somme: “Minori importazioni di petrolio, miglioramento della bilancia dei pagamenti, significativo minor impatto in termine di carbon footprint”. La produzione di una tonnellata di basi lubrificanti rigenerate implica una “emissione del 40% in meno” rispetto alla produzione delle stesse basi da petrolio grezzo. Complessivamente abbiamo un risparmio economico, un miglioramento della bilancia dei pagamenti, un minor consumo di risorse fossili e minore Co2“. Senza dimenticare, conclude il direttore generale di Viscolube, la qualità dell’olio risuato: “Grazie a una tecnologia particolarmente sviluppata e di cui l’Italia è leader mondiale, le basi lubrificanti rigenerate prodotte sono assolutamente equivalenti a quelle prodotte da petrolio grezzo. Non c’è differenza”. E infatti le 125.000 tonnellate sono vendute a tutti i produttori di lubrificanti italiani.


di Cristiano Somaschini, giornalista

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