ROMA – L’attesa è ormai finita. Il 9 novembre arriva al cinema il primo film dei The Jackal, “Addio Fottuti Musi Verdi”. La pellicola è stata presentata in anteprima nella sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, Alice nelle città, dai protagonisti e dal regista Francesco Ebbasta, all’anagrafe Francesco Capaldo. Per chi muore dalla voglia di vedere il film, ecco una piccola anticipazione nell’ultima clip da oggi disponibile.
Hanno totalizzato milioni di visualizzazioni grazie alla web series “Gli effetti di Gomorra sulla gente” e quest’estate ci hanno fatto ridere, grazie alla parodia del tormentone “Despacito”, coinvolgendo nei loro sketch lo stesso cantante Luis Fonsi. Ora i celebri videomaker partenopei sono pronti per il grande salto dal web al cinema, con una pellicola fantascientifica e irriverente, che affronta il tema della disoccupazione giovanile in Italia.
“Addio Fottuti Musi Verdi” è un film che rivela tutta la carica surreale e lo spirito dissacrante del gruppo creativo. E quindi Napoli, ma anche astronavi, alieni ed effetti speciali. Un’odissea sulla terra e nello spazio, per raccontare l’amore e l’amicizia ma soprattutto la voglia di esprimere il proprio talento e di realizzare i propri sogni. Dovunque e a qualunque costo. Perché le vie dello spazio sono infinite.
Partire o restare. Inseguire i propri sogni o accettare un lavoro qualunque. Piselli o fave. E soprattutto, è più facile trovare lavoro in Italia o nello spazio? Dopo il successo di “Gay Ingenui”, “Lost in Google”, “Gli effetti di Gomorra sulla gente”, i The jackal approdano sul grande schermo con un’ irresistibile fanta-comedy. Il protagonista è Ciro, super qualificato grafico pubblicitario, specializzato in porte in faccia e collezionista di delusioni che, dopo averle provate tutte, decide di partecipare ad un concorso e mandare il suo curriculum nientedimeno che agli alieni. Tanto quelli figurati se rispondono. E invece…
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it