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Elezioni, Rete a caccia di ecomostri e vero Prg

SAN MARINO - Ce ne sono "decine e decine",

Pubblicato:09-11-2016 18:00
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:17

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rete_smSAN MARINO – Ce ne sono “decine e decine“, sparsi sul territorio sammarinese, edifici fortemente impattanti, “fuori scala”, non finiti o abbandonati: sono gli ecomostri, simbolo del “degrado urbano e della speculazione edilizia che negli ultimi decenni ha caratterizzato il Titano”. Ad essi e alla futura pianificazione del territorio, Rete dedica un incontro pubblico, dal titolo “Dagli ecomostri a un vero Prg” domani sera alla sala Montelupo a Domagnano, alle 21, cui interverranno i candidati Davide Forcellini, Sara Rossini e Raniero Forcellini (Ranfo). Gli stessi, insieme a Roberto Ciavatta, presentano oggi alla stampa l’iniziativa e i contenuti del programma di governo sul tema, dalla sede del movimento. Tra gli ecomostri più noti, i candidati citano l’Ex Simbol di Domagnano e l’ex IsaG di Acquaviva, ma assicurano ce ne sono “decine e decine” a San Marino. Definirli precisamente al momento non è possibile: “Dovrebbe esserci una legge sul decoro urbano per dire quando un edificio è ecomostro e quando non lo è“, spiega Davide Forcellini.

In Italia, chiariscono, il termine definisce strutture abusive: “La cosa assurda- puntualizzano- è che qui gli ecomostri non sono abusivi“. Questo grazie alla “gestione di un territorio discutibile e ad una malagestione del Piano regolatore” o meglio “dei piani particolareggiati- spiega Ranfo- finiti sempre in mano a commissioni politiche mai a commissioni prettamente tecniche, con scelte prese a fini elettorali, speculatori non pensando alla qualità della vita dei cittadini” Gli ecomostri sono solo uno dei risultati della malagestione passata del territorio, non mancano migliaia di appartamenti e capannoni vuoti, la “viabilità non risolta” e “gli spazi verdi usati pochissimo“. Davide Forcellini spiega alcuni interventi pensati nel programma di coalizione per riallineare il mercato immobiliare: “Proponiamo politiche per favorire l’acquisto e la vendita di immobili sfitti contro valori oggi fuori da mercato”. Quindi l’idea di un equo canone per locali artigianali e commerciali e artigianali o ad uso abitativo, introducendo una tassa sugli immobili sfitti che escluda le prime due case e la sede lavorativa. “Non deve essere vista come una patrimoniale che tocca i piccoli imprenditori e le famiglie- assicura- ma uno strumento che vuole colpire gli speculatori”.

Infine, Rossini torna sugli ecomostri: “Proponiamo di investire in uno studio che ci possa dire quali sono le soluzioni possibili- spiega- dicendo ‘abbattiamoli’ non si risolve nulla, preferiamo sviluppare una coscienza per il recupero di tutto il territorio integralmente, partendo dall’esistente”. E sul prossimo Prg, alla luce della consulenza già avviata dal governo uscente con lo studio Boeri, Rossini chiarisce che non vi sono pregiudizi di sorta. “Ci dovevano presentare un’analisi puntuale dell’esistenza e della necessità del territorio in agosto, uno studio da cui partire per il nuovo strumento di pianificazione”. In caso di vittoria di Democrazia in movimento, “non è detto che quello studio sia abbandonato”, anticipa. “Noi stiamo giocando a carte coperte- precisa infine a riguardo Ciavatta- non conosciamo infatti i mandati dati dal governo allo studio Boeri, in caso di vittoria andremo a verificare le condizioni con cui si è aperta la consulenza e se sono state dati input dalla politica o invece, come pensiamo, sia stata lasciata carta bianca”.


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