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A Bologna islamici e cattolici portano il dramma della Siria a teatro

Hanno già aderito una trentina di ragazzi: ad aiutarli c'è l'associazione Cantieri meticci, che a Bologna riunisce i giovani della parrocchia di Sant'Egidio e quelli della vicina moschea Pendimi di via Ranzani

Pubblicato:09-11-2016 12:42
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:17

bambini siria
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BOLOGNA – In sei mesi metteranno in piedi a Bologna un grande spettacolo teatrale sulla Siria, raccontando le storie di chi è scappato dalla guerra e di chi invece rimane sotto i bombardamenti. A farlo sarà una compagnia teatrale nata con l’aiuto dell’associazione Cantieri meticci, che mette insieme i giovani della parrocchia di Sant’Egidio e della vicina moschea Pendimi di via Ranzani. È il nuovo progetto presentato questa mattina nella canonica della chiesa di via San Donato, una nuova tappa del percorso di dialogo e collaborazione tra cattolici e islamici a Bologna, culminato qualche mese fa con la visita dell’arcivescovo Matteo Zuppi alla moschea Pendimi, insieme all’imam Emran Hossain. Il progetto parte il prossimo 16 novembre: ogni mercoledì, Cantieri meticci terrà i laboratori teatrali con i giovani musulmani e non che hanno aderito (sono già una trentina). Un percorso teatrale e artistico che prevede anche visite di osservazione in moschea (già tre luoghi di preghiera hanno acconsentito), con interviste a fedeli e agli imam, e la raccolta di storie che arrivano dalla Siria. I laboratori dureranno fino a maggio e il materiale raccolto servirà per scrivere un evento-spettacolo per sensibilizzare sul dramma siriano e dei profughi, che verrà messo in scena il prossimo 20 giugno, in occasione della Giornata del rifugiato, a Bologna e provincia. L’iniziativa che coinvolge la parrocchia di Sant’Egidio e la moschea Pendimi fa parte in realtà di un progetto molto più ampio, realizzato da Cantieri Meticci.

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Monsignor Zuppi con l’imam Hossain

In queste settimane l’associazione sta avviando in città 18 luoghi di apprendistato artistico” in biblioteche di quartiere (Navile, Reno, Borgo Panigale), scuole superiori (Aldini, Minghetti, Laura Bassi, Sabin, Pacinotti), moschee (via Ranzani, via Pallavicini, Barca), centri di accoglienza (compreso l’hub di via Mattei) e centri sociali anziani. I laboratori teatrali andranno avanti fino a giugno, alcuni con focus sugli adolescenti (coinvolti anche i minori non accompagnati), con l’obiettivo di “creare compagnie teatrali di quartiere coi ragazzi più talentuosi- spiega Pietro Floridia, direttore di Cantieri Meticci- le drammaturgie nasceranno dalle interviste, dall’ascolto dei territori e dalle storie dei quartieri”. Spettacoli che poi le compagnie riporteranno negli stessi rioni. I gruppi sono composti da ragazzi di provenienza mista (meticci, appunto) e ad oggi hanno aderito in totale circa 600 persone ai 18 laboratori.


Insomma, “il dialogo va avanti– sottolinea don Giuseppe Scimè, parroco di Sant’Egidio- questo è un punto privilegiato, sia per la vicinanza geografica (parrocchia e moschea sono a due passi, ndr) sia per un desiderio di apertura reciproca”. Da tempo ormai, sottolinea Hossain, prosegue “uno scambio tra culture, per presentare ai cittadini la possibilità di una convivenza tranquilla anche tra religioni diverse”. Nei mesi scorsi sono stati organizzati diversi percorsi comuni, ricorda Amedeo Bianchi, ex consigliere del Quartiere San Vitale e parrocchiano di Sant’Egidio, come incontri, attività congiunte di pulizia del quartiere e anche un torneo di calcetto interculturale. L’obiettivo è “unire i principi di diritto con i valori propri di ciascuna cultura- spiega Bianchi- per garantire una pacifica convivenza”.

di Andrea Sangermano, giornalista professionista

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