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Comune Milano, la giunta di Sala al 50% Pd: “Ma su Olimpiadi e Pnrr guido io”

Al Pd vanno 6 assessori, la metà della giunta, dopo le frizioni di questa settimana

Pubblicato:09-10-2021 18:28
Ultimo aggiornamento:09-10-2021 18:28
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Di Alessandro Bergonzi e Nicolò Rubeis

MILANO – Nemmeno cinque giorni dopo la roboante vittoria alle comunali arriva la giunta milanese 2.0 di Giuseppe Sala: innanzitutto ci sarà ‘parità assoluta’ di genere, con una squadra ‘più giovane’ con due assessori sotto i trent’anni, e nella quale trova spazio anche Pierfrancesco Maran, che trasloca dall’Urbanistica alla Casa. Da Firenze, Sala arruola Tommaso Sacchi, che tornerà nella ‘sua’ Milano per la stessa delega che aveva nella giunta di Dario Nardella: Sacchi si occuperà di Cultura. E Marco Granelli, che sembrava destinato alla presidenza del Consiglio comunale, viene confermato in squadra nel delicato ruolo di assessore alla Sicurezza.

Prima riunione dell’esecutivo mercoledì, e primo passo un tavolo con la Regione per le case popolari: “E da martedì vado a Roma e inizio il giro tra i ministri”, sottolinea Sala. Perché sul Pnrr il sindaco non transige e vuole controllare di persona l’avanzamento dei lavori. Così come sulle Olimpiadi.


Al Pd vanno 6 assessori, la metà della giunta, dopo le frizioni di questa settimana, proprio sul ruolo di Maran (e col sacrificio dell’ex capogruppo Filippo Barberis). Due saranno quelli invece ‘estratti’ dalla civica di Sala che ha chiuso sfiorando la doppia cifra alle urne, una poltrona spetta ai Riformisti, un’altra ai Verdi, mentre i tecnici saranno due, con Giancarlo Tancredi (già operativo all’interno del Comune) che lavorerà all’Urbanistica e Sacchi alla Cultura.

Forte l’investimento sulla Cultura col ritorno a casa del milanese Sacchi che ricopriva lo stesso incarico nella giunta Nardella: “Milano merita eventi importanti- dice il primo cittadino tracciando quello che sarà il suo percorso- mi aspetto però che ci sia molto peso nella cultura di quartiere nelle periferie, un qualcosa per me indispensabile”.

Capitolo Maran: il campione di preferenze del Pd (oltre 9.000 voti, primo in tutta Italia) è il nuovo assessore alla Casa e allo sviluppo dei piano Quartieri. In settimana, sul futuro dell’ex titolare dell’Urbanistica, c’era stato più di un malumore, con i dem che reclamavano per lui un ruolo di peso. Ma alla fine le tensioni sono evaporate in cinque giorni: Maran ci sarà e a lui spetterà il compito di provare a riunire il patrimonio degli alloggi popolari sul territorio meneghino, ‘ascoltando molto chi ci vive’ e magari con la creazione di una società unica, già paventata in campagna elettorale, in grado di accorpare gli stabili di Mm (controllata del Comune) e Aler (partecipata della Regione).

Il ‘derby’ tra Azione e Italia Viva per l’assessorato da destinare ai Riformisti lo vince la renziana Alessia Cappello, che si occuperà di Lavoro e Sviluppo Economico. Out quindi dalla Giunta sia Lisa Noja, la deputata di Italia Viva più votata nei riformisti che aveva già fatto sapere che si sarebbe divisa tra il lavoro a Palazzo Marino e quello in Parlamento, sia la calendiana Giulia Pastorella.

Una squadra ‘equilibrata’, anche se per costruirla non è mancato qualche momento di tensione in settimana, specie con il Pd: “Ma se abbiamo chiuso in cinque giorni si vede che erano frizioni gestibili”, tira dritto il sindaco. Nessuna ‘vittoria’ dei dem però, come chiedono i cronisti, visto che con il loro 34% potevano averne anche 7 di assessori. Il vicesindaco metropolitano invece “ce l’ho in testa”, cambia discorso Sala, e arriverà a breve.

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